Anno DCCI li. 2.05 dove fu cortefemente ricevuto da Teodèberto uno de i Duchi di quella contrada, ed uno de’Figliuoli di Teodone li. Fin dai tempi della Regina Teodelinda fi ilrinfe una grande amillà e lega fra i Longobardi e i Bavarefi ,• e noi abbiam veduto più Re Longobardi difcendenti da un Fratello d’ eiTa Teodelinda, e però d’origine Bavarefe . Ma il Re Anberto , uomo portato alia crudeltà , da che non pot,è aver nelle mani Ansprando , sfogò la fua rabbia contra di Sigibrando di lui Figliuolo, con fargli cavar gli occhi, e maltrattare chiunque avea qualche attinenza di parentela con lui Fece anche prendere Teoderada Moglie dJ elio Anfprando ; e perchè quella s’era vantata, che un dì diverrebbe Regina, le fece tagliare il nafo e le orecchie ; e lo ileiìo vituperofo trattamento fu fatto ad Arona, o Aurona , Figliuola del medefimo Anfprando . Ma«in mezzo a quello lagrime voi naufragio della Famiglia di eifo Anfprando Dio volle, che fi falvaife Liutprando fuo minor Figliuolo. Era egli affai giovinetto d’età , e parve ad Ariberto perfona da non fe ne prender failidio ; e però non folamente muti male fece al di lui corpo , ma anche permife , che fe ne andaffe a trovare il Padre in Baviera, ficcome egli fece : il che fu d’meilimabil contento in tante fue afflizioni all’abbattuto Padre. Volle Iddio in quella maniera confervare chi poi doveva un giorno gloriofamente maneggiar lo lcetrro de’ Longobardi. Nel Catalogo de i Duchi di Spoleti, da me ( a) pubblicato nella Prefazione alia Cronica di Farfa, fi legge, che ^faroaldo II. fuccedette in quell’Anno al Duca Trafmondo iuo Ti. Padre in quel Ducato. Il Sigonia aggiugne , eh’ egli prefe per Col- Rer. Italie* lega Volc/ùla fuo Fratello , a cui fu anche dato il titolo di Duca. Onde" egli abbia tratta quella notizia noi fo . Io per me non ne truovo parola preffo gli antichi. Anno di Cristo dcciv. Indizione li. di Giovanni VI. Papa 4. di T1 E E R I O Abfimero Imperadore 7. di Ariìerto li. Re 4. ESule dimorava tuttavia in Cherfona Città della Crimea Giit-Jliniano II. già Imperadore, chiamato Rinotmeto, cioè dal nafo tagliato , continuamente ruminando le maniere di riiorgere. Si lafciò un dì intendere , che fperava di rimontare fui trono , parole,, che rincrebbero forte a quegli abitanti per paura d’incorrere