Annali d’ Italia. (a) Antiqui-{imo Secolo, e da me riftampata (a ) , che fcrive , effere flato frau-‘jDiJenat.' dolentemente chiamato in Francia l’infelice Bernardo dall’ Impe- radrice Ermengarda, e eh’ egli dopo aver ricavato da gli Ambafcia-tori , che doveano averne l’ufficiente mandato , un giuramento di lìcurezza e falvocondotto per la fua perfona , v’ andò: e male per lui. Conjux ejusdem Ludovici, Hermengarda nomine, immicitiam contra Bernardum Langobardorum Regem ^ertns , mandavit et, (¡uajì pacis grana, ad fe venirti. Ilìe ab his Nobilibus Legatis facramenta. fidei fufeepit, in Franciam ivit. Comparirà molto probabile untai racconto. Fu intanto meiTo in prigione il mifero Re* e tutti i complici di quella congiura . In quell’Anno ancora attefe il pio Imperador Lodovico alla riforma de’Monillerj, valendoli ipezialmente dell’opera di Bene- (b) a [irono- detto Abbate già di Aniana, e allora d' Inda (¿), uomo di fanta vita , e tale per Sentimento d’alcuni, che potea gareggiar nelle plu Virtù con Sari Benedetto Patriarca de’ Monaci in Occidente. Ordinò ancora 1’ uniformità del Rito Benedettino per tutti i Monillerj. Fino a quell’Anno Grìmoaldo Storefai^ , Principe o lia Duca di Benevento , tenne le redini del governo di quegli Stati. Avea fatto ricorfo a lui Sicone uomo nobile e riguardevole di Spoleti prima dell’ Anno 8io, perchè era incorfo nella disgrazia di Pippino Re d' Italia. L’ Anonimo Salernitano lo racconta nella Storia da me date) Rerum ta alla luce ( c)„ Grimoaldo 1’ accolfe umanamente , e il fece Con<-Tom 2 ' ^ ^ Agerenza. Per cagione di caccia forfè da lì a molto tempo pjg. t98. amarezza e difeordia fra i due Figliuoli del fuddetto Sicone, cioè Sicardo, e Siconolfo dall’ una parte , e Radélchi o iìa Radelgifo Conte di Conza. Fecene querela Radelchi al Duca Grimoaldo, che per placarlo fpedì Subito ordine a Sicone di comparirgli innanzi Senza dimora. Da quella citazione, ben conoScendo d’ onde veniva il vento , Spaventato Sicone , già penlàva a fuggirfene per mare a Coilan-tinopoli; ma penetrato dal Popolo di Agerenza quello Suo dife-gno, tanto era l’amore, che gli portavano, cke il confortarono a non abbandonarli, elìbendoli tutti pronti di dar la vita per lui. Perciò egli rifpofe a Grimoaldo di non poter venire per trovarli infermo. Da quella riSpolla, ma più dalle frange, che vi fece Radelgifo , irritato il Principe , raunato 1" efercito , fi potrò all’ affedio di Agerenza. Soilenne quel Popolo vigorofamente la difefa di quella Città, e riufeì anche un dì a i Figliuoli di Sicone di dare una fiera fpelazzata a quei di Conza, in maniera che llentò il loro Conte Radelgifo a metterli infalvo. Ma perchè fcappò detto un giorno a