(a) Agndt. Tit. Epi-pijcopor. Ruvenn. P. 1. T. II. Rer. Italie. 578 Annali d’ Italia? Roffredo, Figliuolo di Dauferio , fopranominato Profeta , & uno de’più aftuti uomini di que’paefi, da cui fu ridotto a tale, che nulla fi faceva fenza il fuo parere e confentimento ; e tanto più perchè l’induife a prendere per Moglie Addgifa fua parente. Per gli configli di coftui Sicardo mife le mani addoffo a Siconolfo fuo Fratello perfofpetti, ch’egli afpiraffe al Principato , e mandollo prigione a Taranto; coftrinfe a farfi Monaco Maione fuo parente; e proditoriamente fece impiccare Alfano, uno de’più illuftri perfo-naggi di Benevento. In una parola , pochi de’Nobili Beneventani fi contarono, che non foffero uccifi, o porti in prigione , o non e-leggeffero un volontario efilio. Credevafi tutto quefto operato da Roffredo con difegno di occupar egli il Principato, da che i migliori del paefe foffero depreffi, e divenuto Sicardo odiofo al Popolo tutto. Ora non potendo più reggere i Beneventani a tali iniquità, formata una congiura da un certo Adalferio , con più ferite un giorno 1’ uccifero . Crede Camillo Pellegrino , che ciò avveniffe nell* Anno prefente . Dipoi paffarono all’elezione del nuovo Principe. Cadde queffa nella perfona di Rade/chi, o fia Radelgifo, dianzi Teforiere del defunto Sicardo; e quafi tutti fi accordarono in proclamarlo Principe, perchè era uomo di buoni e dolci coftumi. Ma qui ebbe principio la divifione e l’abbaffamento dell’ ampiffimo Ducato di Benevento: intorno a che mi riferbo di parlare all’Anno feguente. Potrebbe effe re , che in quefto fuccedeffe quanto narra Agnello (a) Autore contemporaneo, di Giorgio Arcivefcovò di. Ravenna. Deftinato avea l’Imperador Lottario di fare con folen-nità il Battefimo di Rotrude fua Figliuola. L’ambiziofo Arcivefco-vo tanto fi adoperò, che ottenne di poter levare al facro Fonte quefta Principeffa: onore , che corto ben caro alla fua’Chiefa, pèr-ch’egli la fpogliò di parte del fuo Teforo, e tutto portò feco a Pavia. Di grandi regak fece al fuddetto Imperadore, e all’Augurta fua Moglie Ermengaràa. 1 foli abiti Battefimali della Principeffa furono da lui pagati cinquecento Soldi d’oro; e al medefimo Agnel- lo Scrittore toccò di veftirla, alzata che fu, fecondo i riti d’allora, dal facro Fonte. Intervenne alla funzione l’Imperadrice col volto coperto, riccamente abbigliata e carica di gioie; e nota A-gnello, ch’efla prima della Meffa , che fu celebrata dall’Arcivescovo, fentendofi una gran fete, fi fece portare una buona tazza di vino foreftiere,. ed occultamente la tracannò, e ciò non oftaate andò in quella mattina a partecipare della Menfa celefte. Anno