194 egli perseguiva un fantasma. Aveva bussato a porte diverse, e non aveva trovato ascolto; aveva tentato molte strade, e le sue iniziative erano sempre cadute; aveva giocato di abilità e di audacia, ma il nome che portava non gli era riuscito di buon auspicio. Nonostante le ripetute esperienze contrarie con ammirevole tenacia stette sulla breccia, e restò fermo nei suoi propositi e nei suoi ideali, anche quando la realtà quotidiana li contraddiceva, deciso a lottare fino all’estremo, sorretto dalla nobiltà di una fede, che si estinse solo con la morte. Dal soggiorno costantinopolitano non ritrasse alcun conforto. L’atteggiamento delle sfere ufficiali fu freddo, se non ostile; non favori, non benevola assistenza. Non disarmò tuttavia, sperando nel futuro. Qualche anno dopo, alla fine dell’824, furono aperti dal governo orientale negoziati con la corte franca per la rinnovazione decennale del patto carolino. Egli si fece aggregare alla missione diplomatica a tal fine spedita, con ricchi doni, dall’imperatore Michele a Ludovico il Pio (1). A che titolo ? Egli non era un negoziatore, non era un uomo politico, che avesse da perorare una causa. Era un esule, era un accusato, che chiedeva benevolo ascolto per sè e per la sua chiesa, e coglieva l’attimo favorevole per insinuare sotto tacita protezione diplomatica il caso proprio. Il governo non contrastò il viaggio, infelice non meno degli altri; neppure però lo incoraggiò con promesse di aiuto. Ai negoziatori ufficiali nessuna istruzione fu data in merito agli affari del patriarca. Essi, giunti a Rouen, trattarono e assolsero il mandato loro conferito, ma del caso di Fortunato si disinteressarono. Sollecitarono la rinnovazione del patto, esposero la questione delle immagini: nessuna parola a favore di Fortunato (2). Il caso suo fu ripreso in esame dall’imperatore di sua iniziativa, siccome un dibattito di ordinaria amministrazione. Il governo franco, libero (1) Anuales regni Francorum, ed. cit., p. 165 ; Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 108. (2) Annales regni Francorum, ed, cit., p. 165 : Sed legati imperatoria lit-teras et muñera deferentes, pacis confirmaruUie causa se missos esse dicentes, pro Fortunato nihil loculi sunt.