Anno DCCLXCIX. 4M Chiefa fui principio dell’ Anno prefente fu celebrato in Roma un Concilio da Papa Leone III. e da cinquantafette Vefcovi , p.-aci-piente qloriojìflimo ac pii (fimo Domino nojbro Carolo : parole degne di oiTervazione . Profferì la facra adunanza la fcomunica contra del fuddetto Felice, s’egli non ritrattava l’eretical fuo dogma , in quo ausus est Filium Dei adoptivum asserere . Ma non andò molto, che il buon Papa Leone fi vide involto in una fiera calamità per la fcel-lerata congiura di alcuni de’ principali Romani, i capi de’ quali furono Pasquale Primicerio , e Campulo Sacellario, o iia Sagrifta-no , Nipote del fu Papa Adriano I. 11 motivo o pretefto ditale iniquità l’hanno ignorato, o lafciato nella penna gli antichi Scrittori , non altro dicendo , fe non che coitoro accularono pofcia di va-rj delitti il Papa, ma fenza poterne provar nè pur uno. Coftoro nondimeno , che fotto il precedente Pontificato erano avvezzi a comandare , probabilmente non fofferivano di ubbidire fotto il nuovo Pontefice. Ora noi abbiamo da Anaftafio Bibliotecario (a), che (a) A naftaf mentre nel dì di San Marco a dì 25. d’Aprile Papa Leone con tutto il Clero e buona parte del Popolo faceva la folenne Proce/ììone delle Litanie Maggiori , allorché egli fu arrivato davanti al Moniftero de’Santi Stefano e Silveftro sbucarono fuori i due fuddetti congiurati con una mano di fgherri armati, e prefo il Pontefice, il git-tarono per terra, e lo fpogliarono , sforzandoli con fomma crudeltà a forza di pugnalate di cavargli gli occhi, e di tagliargli la lingua. In fatti credendo di averlo accecato, e renduto mutolo per tempre , il lafciarono cosi mal concio in mezzo alla piazza . Poi ritornati più che prima infelloniti a prenderlo , e condottolo avanti all’Altare di quella Chiefa, di nuovo più barbaramente il trattarono , con fama, che gli cavarono gli occhi e la lingua, gli diedero delle baftonate e ferite , e mezzo morto , ed intrifo nel proprio fangue il rinferrarono prigione in quello fteffo Monifter© . Tutto il Popolo, che interveniva fenz’ armi alla Proceffione , fe ne fuggì in fretta. Fu poi condotto da que’mafnadieri il mifero Pontefice nel Moniftero di Sant’Erafmo, cioè in luogo creduto più ficuro. Quivi miracolofamente per quanto fu creduto, gli fu reftituita da Dio la vifta , e la lingua ; e venne poi fatto ad Albino fuo Cameriere , unito con altri fedeli, di nafcofamente penetrar colà, e di condur- lo via con guidarlo alla Bafilica Vaticana , dove fi fortificarono. Intanto corfa dapertutto la voce di cosi empio attentato , arrivò anche a gli orecchi di Guinigifo Duca di Spoleti, il quale probabilmente fi trovava in quelle vicinanze, perchè i confini del fuo Ducato