Anno DCCCVI. re del Vefcovato d’Olivola incautamente capirò colà , e fu meffo in prigione ; ma trovata poi la maniera di fuggirfene , tornò a Venezia , con rapprefentare a i Dogi il trattamento a lui fatto, maggiormente gli attizzò contra dei Patriarca. Ma qualora Torcello in quefti anni foffe flato dipendente dal Ducato di Venezia , non farebbe già probabile la dimora colà di Fortunato Patriarca. Noi abbiamo la Lettera Undecima ( a ) di Leone Papa III. fcritta a Car- (a) Labbc lo Magno., duve fi parla d’ eifo Fortunato, che flava in efilio in ConclL' T- ?■ Francia, propter perjecutionem Grcecorum feu Venetìcorum. Fece egli iftanza ad eiìo Carlo di poter venire ad abitare nella Città di Po-Ia, e governar quella Chiefa vacante. Ne fcriffe Carlo al Papa,il quale rifpofe d’ eiferne contento , purché il Patriarca , quando mai riufciffe ad eifo Imperado-re di rimetterlo nella fua Sedia di Grado, lafciaffe intatti e liberi tutti i beni e diritti della Chiefa di Pola, in favore del Vefcovo , che quivi poteffe effere eletto. Per altro fog-giugne d’ aver poco buone informazioni d’ eifo Patriarca , come di perfona mal provveduta dicoftumi Ecclefiaftici ; e che fe i Cortigiani gliel lodavano, era perchè i regali li faceano parlare. In queft’ Anno poi 1’ Imperador Carlo fpedì il Figliuolo Carlo ^ Annal con un’ Armata (¿) contra de gli Sciavi Sorabi, dimoranti di làFrancor.Me'-dal Fiume Elba. In quella fpedizione Miliduco Capitano e Duca di . quella Nazione reftò morto , e un gran guaito fi fece di campagne Annerane. e Città: laonde fi trattò di pace, e que’Popoli fi fottomifero . FuMoffiacenf. anche inviato in queft’ Anno a i danni della Boemia un efercito com- pr^™0ar[es pofto di Bavareiì, Alamanni, e Borgognoni , che dato un nuovo guaito a gran tratto di quel paefe, fe ne tornarono poi a cafa fenza aver provato incontro o danno alcuno . Il Re Lodovico anch’ egli fece una fpedizion militare contra de’ Mori Spagnuoli in Catalogna, che mife a ferro , e fuoco quel paefe fino a Tortofa. Una gran perdita fece in queft’ Anno il Ducato di Benevento , perché venne a morte Gnmoaldo Principe , o fia Duca di quelle contrade , dotato di rara accortezza e fenno , e di non minor valore, a cui nè la forza de’ Greci, nè la potenza maggiore di Carlo Magno , e di Pip-pino Re d’Italia giunfero con tutti 1 loro sforzi e maneggi al vanto di averlo potuto fpogliare della fovranità e indipendenza ne gli ampj fuoi Stati . L’ Annalifta Lambeciano mette la di lui morte lotto queft’Anno ,• e Camillo Pellegrino (c) anch’egli coniente; e ( )peref>rin. però 1’ Annalifta Saffone , che la riferifce all’ Anno fuffeguente , Hi(i.Prindp. verifimilmente non è qui da àfcoltare. RifcoiTe Grimoaldo in mo- Lpn°0j]rd' rendo un univerfal tributo di lagrime da’fuoi Popoli, e le lodi Rer. Italie.’' fu e