Anno DC XXVIII. 61 profeguendo il cammino , arrivò al Palazzo di Bebdarch, e lo di-ftruiTe col fuo Tempio. Cosroe, che non era molto lungi nel Palazzo Regale diDaftagerd, frettolofamente Tene fuggì alla Città di Crefìfonte, dove per ventiquattr anni mai non era comparfo per uua predizione a lui fatta, che in quella Città egli dovea perire. G uato il felice efercito Criftiano a i Palazzi di Daftagerd, quivi trovò trecento bandiere prefe ai Criftiani dall’Armata P e rii ana , allorché rutto andava a feconda de i loro defiderj. In oltre vi trovò un’immenfa copia d; aromati, di fete , di tapeti ricamati, di argenti , di veftì , ficcome ancora di Cignali, Pavoni, Fagiani, e un ferraglio ancora di Leoni, e di Tigri d’inufitata grandezza . Erano le fabbriche di que’Palazzi di mirabile ftruttura e vaghezza; ma Eraclio dopo aver ivi nel giorno fanto dell’ Epifania rinfrefcato l’e-fercito , in vendetta di tanti danni inferiti da’Perfiani alle Città dell’Imperio , tutto fece Smantellare e dare alle fiamme. Intanto Cosroe fcappò a Seleucia , e in effa Città ripofe il fuo Teforo. E perciocché gli .fu fatto credere , che Sarbaro , o ita Sarbaraza fuo Generale fe l’intendeiTe co i Greci, nè perciò volefl'e prendere l’ai-fediata Città di Calcedone , e che anzi fparlaffe del mede/imo Re fuo padrone , fcriiTe una Lettera a Cardarega collega del medeiimo Generale ordinandogli di ammazzarlo, e levato poi ¡’attedio, di venire in foccorfo della Perfia afflitta. Per buona ventura retto pre-fo nella Galazia il portator della Lettera, e menato a Coftantinopo-li davanti ad Eraclio Cojlantino Augufto , Figliuolo dell’Impera-dore . Scoperto quefto affare, il giovane Auguflo fece a sé chiamare Sarbaro, nò di più vi volle , perch’egli lì paciiìcaiTe co’Criftia-ni. E fatta poi una nuova Lettera, a cui fu deliramente applicato il Sigillo Regale , e in cui veniva ordinato da Cosroe la morte di quattrocento de’più cofpicui Ufìziali di quell’Armata Perfiana, Sarbaro nel Configlio de’fuoila lette a Cardarega, chiedendogli, fe gli baftava l’animo di ubbidire al Re. Allora tutti que’Satrapi s’ alzarono , caricando di villanie Cosroe ; e dopo averlo proclama-N to decaduto dal Trono , fecero Pace col giovane Imperadore , e fe ne andarono alle lor Cafe , pieni di veleno contra di Cosroe . Quefto è il fatto, raccontato di fopra all* Anno 626. da Elmacino. In quefto mentre l’Imperadore Eraclio fpedì una Letteraad effo Cosroe, invitandolo a far pace . Il fuperbo Tiranno non ne volle far altro : cofa che gli tirò addotto l’odio de’fuoi. Contuttociò il Re barbaro attefe a metter infierne un nuovo efercito, con dar 1’ armi anvhe a i più vili mozzi di Italia , comandando, che fi poflaf-