Anno DCCCXXXVI. 567 gli Srati della Ch'iefa Romana, difpiacendogli, che una sì nobil parte d’Italia fofle in mano altrui. Ma egli così pensò, perchè perfuafo, che gl’Imperadori nulla aveffero allora di domìnio su gli Stati della Chiefa . La più naturai immaginazione è di credere, che Lottario appunto, ficcome Principe boriofo ed inquieto , fi abufaffe della fua Sovranità in pregiudizio di quel dominio e di quella autorità , che godeano , e doveano fecondo i patti godere i Papi. Mando'l’Imperador' Lodovico de i' Legati per queflo affare a Lottario, per ricordargli, che quando gli diede il governo del Regno d’Italia , fpezialmente gli raccomandò la difefa della Chiefa Romana , e che deiìileffe da sì fatte violenze . Mandò anche a dirgli, che gli preparaffe le tappe per tutto il viaggio fino a Roma , perch’egli era rifoluto di portarfi colà: cofa che poi non ebbe effetto per le fopravenute incurfìoni de’Normani in Francia. Da gli Annali' Bertiniani fappiamo particolarmente , che di tre altri negozj erano incaricati gli Ambafciatori di Lodovico. Cioè di trattare con Lottario della Tua andata in Francia; d’indurlo a re-flituire alle Chiefe di Francia molti beni ad effe fpettanti in Italia* che i fuoi Cortigiani, o pur egli avea ufurpato ; e di rendere a i Vefcovi e Conti, da’quali era fiata condotta in Francia l’impera-drice Giuditta, le lor Chiefe , i Governi , Feudi , ed Allodiali . Venirti & de Epifcopis, atque C(fruìdb 11 s , qui dudum cum Augu-fia fidili devadone de Italia venerarli, ut eis & Sedes propria: , & Comitatus, ac Beneficia , feu res proprice redderemur. Fan quelle parole conofcere , che non'fuffifle il dirli da Andrea Prete nella fua Cronica, effere flato Lottario fleffo quegli, che «andò l’Augnila Matrigna a fuo Padre in Francia. Cofa precifaments conchiudefiè Lottario , non fi legge, fe non che abbiamo dall’An-rfalifla Bertiniano , ch’egli mandò al curii fuoi Inviati al Padre , con fargli fapere alcune fue difficultà e fcufe , per le quali non poteva interamente fopra que’punti uniformarli alla di lui volontà . Per confeguente poffiam conghietturare , che Bonifa7^io Marchefe di Tofcana , 'Rataldo Vefcovo di Verona , e Pippino Figliuolo del già Re Bernardo, i quali aveano proccurata la tuga dell’Imperadrice Giuditta, foffero in disgrazia di Lottario , ed avellerò perduti i lof polli e beni, fenza poter conofcere, fe Lottario alle iflanze del Padre fi arrendeffe per ora in favor de’medefìmi. Nell’Anno Seguente ad una Dieta tenuta in Aquifgrana fi trovarono prefenti Rataldo Vefcovo , e Bonifacio Conte: Segno, che non dovearto N n 4 poter *