Anno DCCCXXXIII. 555 Annodi Cristo dcccxxxiii. Indizione xi. di Gregorio IV. Papa 7. di Lodovico Pio Imperadore io. di Lottario lmperad. e Re d’Italia 14. e 11. INtorno a querti tempi fi può credere accaduto ciò , che narra Anailaiìo Bibliotecario (a). Quafi tutta la Sicilia era già ca-duta in mano de’Saraceni Affricani , e cominciarono torto a provarnmiìoikL. i funerti effetti della maggiore lor vicinanza all’ Italia, facendo que’/« vit. Gre-barbari Corfari delle fcorrerie per tutto il Litorale del Mediterra-^ow Iv' neo. Quefìa calamità diede mo!to da penfare al fommo Pontefice. Gregorio perla giufta apprenderne , che le Città di Porto, e d’Ortia poteffero un dì reftar preda de gl' Infedeli. Tanto maggiore era la di lui anfietà , perchè fe coloro avellerò prefi que’due Luoghi alla sboccatura del Tevere , e peggio fe vi averterò fermato il piede, Roma non era Scura, o certo correva gran pericolo la venerata Bafilica Vaticana co i Corpi de’S anti Aportoli , giacché era effain querti tempi fuori di Roma. Però il vigilante Papa determinò di fabbricare una nuova Città nel fito d? Oftia. Vi fi portò egli in per-fona , e diede principio con vigore alle mura , che riufeirono alte con Porte ben fortificate , troniere e petriere , e con buona foffa all’ intorno. Quefta nuova Oftia ordinò egli , che in avvenire fi nomaffe dal fuo nome Gregoriopoli. Cefsò di vivere fecondo i conti di Camillo Pellegrino (¿) nel prefente Anno Sicone Principe di CO Part- <■ Benevento, il cui Epitafio refta tuttavia, e vien regiftrato nella Storia de’ Principi Longobardi del fuddetto Pellegrino . Quivi è detto, ch’egli regnò per quinos annos , anni quindici, i quali dedotti dall’ Anno 817. ci poffono far dubitare , chela fu a morte ac-cadeffe piuttofto nell’Anno precedente. Comunque fia, fralefue Iodi fi 'onta, ch’egli difefe il Ducato Beneventano dall’ira de’Fran-chij aff dio vigorofamente Napoli; ed obbligò quel Popolo a pagargli tributo, e di là conduffe a Benevento il Corpo di San Gennaro Vefcovo e Martire, in onore del quale fabbricò un Tempio, e fece grandi donativi d’oro e d’argento. A propofito dell’affedio di Napoli narra Erchemperto (c), aver egli talmente iìxetta e ber- (c) Enhem. fagliata quella Città con arieti e mangani, che diroccato un buon^'““ mP' pezzo di muro vicino al mare, i Beneventani erano già alla vigilia^' ' ' di entrarvi per forza. Allora il Duca di Napoli mandò a trattar della refa per ifchivare il facco, e diede per ortaggio la Madre, e due fuoi