Annali d’Italia.
Gifolfo Duca di quella contrada, vedendo venir sì rtrepitofa tem-perta , ordinò torto, che tutte le Cartella del Tuo Ducato fi fortifi-caffero , acciocché ferviflero di rifugio anche a gli abitatori della campagna . Nomina Paolo fra quefte Cormona , Nomajo, Ofopo , Ar-tcnia , Reunia , Ghemona , ed lbligene . Intanto erto Duca con quanti Longobardi potè raunare andò coraggiofamente a fronte de’ nemici , ed attaccò battaglia. Ma la fortuna, che ordinariamente fi dichiara per li più, non fece di meno querta volta . Combatterono con gran valore i Longobardi , ma in fine foprafatti dall’immen-fa moltitudine de’ Barbari , lafciarono quafi tutti fui campo la vita, e fra i morti reftò ancora Gifolfo . Rimarti padroni della campagna gli Unni attefero a faccheggiare e bruciar le Afe, e nello fletto tempo attediarono la Città del Foro di Giulio , oggidì Cividal di Friuli, dove s’ era rinchiufa Romilda, già Moglie del Duca Gi-folfo , con quattro fuoi Figliuoli mafchi , cioè Tafone, Caccone, Radoaìdo , e Grimoaldo, e quattro Figliuole , due delle quali erano chiamate Pappa , e Gaila . L’infame Romilda guatato dalle mura Cacano , giovane di bell’ afpetto , che girava intorno alla Città, innamoroffene , e mandò fegretamente ad offerirgli la refa della Città, s’egli voleva prender lei per Moglie. Acconfentì ben volentieri il Barbaro alla propofizione , ed apertagli una porta della Città, v’entrò; ma appena entrato, lafciò la briglia alla fu a crudeltà. Dopo un generale faccheggio la Città fu confegnata alle fiamme, e tutti i Cittadini con Romilda e co’ fuoi Figliuoli, menati verfo 1’ Ungheria in ifchiavitù , con far loro credere di volerli ri-lafciare a i confini. Ma giunti , che furono colà , nel configlio de gli Avari fu rifoluto di uccidere que’ miferi , alla riferva delle Donne e de’Fanciulli : il che penetrato dai Figliuoli del morto Duca Gifol-fo , fu cagione, che faliti torto a cavallo fi diedero alla fuga . In groppa d’uno de’Fratelli cavalcava Grimoaldo tuttavia fanciullo, e
il più picciolo fra etti; ma correndo il cavallo, non potea tenerfiforte , e cadde in terra. Allora il Fratello maggiore * giudicando , che fotte meglio il levargli la vita , che il lafciarlo fchiavo fra i Barbari, prefa la lancia volle trafiggerlo. Ma il fanciullo piangendo cominciò a gridare , che non gli noceiìe, perchè era da tanto di rtar faldo a cavallo. Allora il Fratello rtefa la mano e prefolo per un braccio il rimife fulla groppa nuda del cavallo, e diede difproni. Gli Avari accortifi della fuga di quefti Giovani, tennero loro dietro , e riufcì ad uno d’ erti più veloce degli altri di aggraffare Grimoaldo , fenza però nuocergli, non folo a cagione della tenera fua età , ma ancora
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