ii4 ‘ Annali d’ Itali àw pere, che l’Imperador Coilante, ufcito di Coilantinopoli nell’Anno addietro, al comparire della Primavera profeguì la fua navigazione lino ad Atene, e di là poi venne a Taranto. Quivi intelo, come Grimoaldo con efferfi portato a Pavia avea lafciato con poche forze Benevento, e al fuo governo Romoaldo, giovane poco pratico nei meftier della guerra, s’avvisò, che quefto foiTe il tempo propizio per ifcacciar di colà i Longobardi. Perciò colle truppe, che feco avea condotto, e co i prefìdj di varie Città maritime a lui fottopofte, e con quanti foldati potè trarre dalla Sicilia determinò di paiTare all’attedio di Benevento. Prima di farlo, narra Paolo ìa)Pauius Diacono (j), cjfegli volle confultare intorno a queila imprefa un l.U^°c.(S. fanto Romito, che era in concetto di predir le cole avvenire. Parlò con lui, dimandandogli, fe gli riufcirebbe di abbattere i Longobardi. Prefe tempo il buon Servo di Dio per far prima orazione, e la feguente mattina gli rilpofe, cfie per ora la gente Longobardica non potea effere vinta, perchè una Regina venuta da ffraniero paefe ( c'voè Teodelinda ) avea nel Regno Longobardico fabbricata una Bafilica in onore di San Giovanni Battila, il quale continuamene colla fu'a interceflìon pretto Dio proteggeva la Nazion Longobarda. Ma che verrebbe un dì, che i Longobardi non farebbono più conto di quel facro Luogo , ed allora arriverebbe la rovina di quella Nazione. Il che, foggiugne etto Paolo Diacono«, s’è in fatti verificato a’miei giorni, perchè avanti che fuccedefle F eilinzio-ne del Regno de’Longobardi, co’miei occhi ho veduto quella ftef-fa*Balìlica, efiftente*in Monza, data in preda a vili perfone , e pò- ili al governo d’ effa Sacerdoti indegni & adulteri, perchè non più a gente di merito, ma folamente a chi più danaro fpendeva, era conferito quel venerabil Luogo. Ora l’Imperador Collante con tutto il fuo sforzo ufcito di Taranto, oililmente entrò nel Ducato Beneventano, e preiè quante Città de’Longobardi incontrò per cammino. Trovò reiìilenza a Luceria (»oggidì Nocera ) Città ricchifìì-ma della Puglia in que’tempi: però convenne a forza d’armi e d’ attedio e fp ugnar la. Impadronitofene sfogò il fuo fdegno contra d’ effa con gualcarla e diroccarla fino a i fondamenti. Intraprele anche l’aiìedio di Acheron^ia ( oggidì Aceren^a ) ma per la forte iì-tuazione non potè fortometterla. Pafsò di là fotto Benevento, ed affediollo con tutto il fuo efercito. A i primi movimenti del nemico Imperadore, Romoaldo, Figliuolo^ del Re Grimoaldo, già da iui dichiarato Duca di Benevento , inviò a Pavia Sefualdo fuo Balio a pregare il Padre, che il più follecitamente, che poteffe, accor- reffe