Anno DCCCVII. 4^5 Anno di Cristo dcgcvii. Indizione xv. di Leone III. Papa 13. di Carlo Magno Imperadore 8. di P 1 P P I N o Re d’Italia 27. SEcondo P atteilato di tutti gli Annali de’Franchi (a), veri- (a) fonerò in queft’ Anno a trovar Carlo Imperadore in Aquisgrana har^ a„-gli Ambafciatori di Abdela Re di Perfia, e Califa de’Saraceni, in- ^Annaks fieme con due Monaci, fpediti dal Patriarca di Gerufalemme . Nel Francar. nome di quello Re pare ad alcuni , che abbiano fallato quegli Sto- Ber^LnaJ[^ rici , perchè allora dominava tuttavia in Perita Aronne, fopra da Francor. noi memorato. Nulladimeno è da offervare , che morto Aronne , Metenfes. per quanto iì crede nell’ Anno feguente , fu difputato quel Regno ita. Almanana e Abdela fuoi Figliuoli, ¡per atteftato d’Elmacino; e però potrebbe effere , che piuttoftoin queft’ Anno folle mancato di vita Aronne , e che Abdela cercail'e l’amicizia di Carlo Magno. Portarono coftoro de i funtuofi regali a Carlo, cioè un Padiglione col fuo atrio di mirabil grandezza e bellezza , tutto di biffo, fino le corde ; e dei drappi di feta , odori, unguenti, ebalfami preziofi. Sopra tutto cagionò ammirazione un Orologio di ottone mirabilmente lavorato , che coll’acqua mifurava il corfo di dodici ore, a-vendo altrettante palle di bronzo , che terminata un’ ora cadevano fopra un fottopofto tamburo con farlo fonare . Eranvi ancora dodici ftatuette d' uomini a cavallo, che compiuta cadauna ora ufcivano fuori per dodici fineftre, e con tal empito ufcivano , che chiudevano altrettante fineftre , che prima erano aperte . Altri ingegnoft lavori fi miravano in quell’ Orologio , che ficcome cofe non più vedute in Occidente, diedero un gran pafcolo alla curiofità della gente . Eranvi ancora due Candelieri d’ ottone di (terminata grandezza ed altezza. Spedì pofcia in queft’Anno 1’Augufto Carlo Burcardo fuo Conteftabile con una flotta ed affai brigate di ioldati in Corfica, Ifola già venuta in fuo dominio, acciocché la difendeffe da i Mori di Spagna, che ne gli Anni addietro erano più volte sbarcati colà ’ ed aveano fatto varj faccheggi in quelpaefe . Tornarono in fatti co--ftoro al folito lor giuoco , e prima fi provarono di bottinar nella Sardegna ; ma i Sardi sì bravamente ufcirono alla battaglia , che fama corfe d’effere rimafti eftinti nel campo circa tre mila di quegl’ Infedeli. Paffarouo dipoi in Corfica, e con loro venne alle mani Tomo IV. Burear-