z8i Annali d’ Italia: fi fervi ancora, e molto più folennemente, Papa Gregorio III. per l’impegno prefo da i Romani in favore del Duca di Spoleti contra del Re Liutprando, ben conofcendo, che reftava efpofto il Ducato Romano alle forze e fdegno di quel Re irritato. Però abbiamo dal matsTfre Continuatore di Fredegario (a), che elio Papa fpedì in quei!:’Anno Vcgar. inur ^ una dietro d’ altra due Ambafcerie a Carlo Martello ( cofa non più ópem Greg. veduta per 1’addietro in Francia ), e gli mandò le Chiavi del Se-Turonenfis. p0icr0 San Pietro con grandi ed infiniti regali. Pare anche , che (b) Anafiaf. Anaftafio (¿) faccia menzione di quello fatto, ma non parla fe non in Greg. il d’una fola Ambafceria. Le dimande del Papa erano, come i Padri & in Addi- Ruinart e Pagi han dimoffrato, che Carlo Martello voleffe imprendere la difefa di Roma contra de’Longobardi, poiché in ricompen* fa effo Papa co i Romani gli offerivano di levarli affatto dall’ubbidienza dell’Imperadore, che non potea foccorrerli, anzi gli aveva in odio; e di dare a lui la Signoria di Roma col titolo di Conjole © fia di Patrìzio. Carlo Martello con ammirabil magnificenza ricevette quella Ambafciata -, mandò anch’ egli de’ funtuofi regali al Papa; e tornando gli Ambafciatori Pontifizj indietro, unì con loro Grimone Abbate di Corbeia, e Sigeberto Monaco rinchiufo di San Dionifio, con ordine di venire a Roma. Di più non dicono gli Storici. Ma che quefta foffe l’intenzione del Papa, pare che chiaramente fi deduca dalle parole di una Lettera fcritta dipoi al medefi-mo Carlo Martello da effo Gregorio III. rapportata dal Cardinal (c)Baron. Baronio (c), e nelle Raccolte de’Concilj, dove dice: Conjuro te Annal. Eu. per Deum vivum & verum, ut per ipfas facratijfmas Claves Con-ad Ann. fejjlonis Beati Petri , quas vobis AD REGNUM dueximus, ut non prceponas amicitiam Regum Lan^obardorum amori Principis Apo~ (d) Bu-ches-Jiolorum &c. E ne gli Annali di Metz preffo il Du-Chesne (d) fi ne Tom. HI. legge, che in tal’occaiìone Papa Gregorio III. mandò a Carlo Mar-Rer.Frane. tej[0 una Lettera col Decreto de'principali Romani, contenente, che il Popolo Romano * relicla Imperatoris dominatione, defidera-vano di metterli fotto la difefa ed invitta Clemenza d’effo Carlo. Cofa rifolveil'e Carlo Martello , amico del Re Liutprando, e da lui foccorfo nell’Anno precedente, refta ancora da faperfi. Solamente abbiamo dalla Divifione de’Regni fatta da Lodovico Pio fra’fuoi {“) Baia. Figliuoh 00? ch’egli loro raccomanda la cura, e la difefa della iiuì Capitu■ Chiefa di San Pietro, cioè de’Romani Pontefici, ficcome l’aveano iur. Regum avuta Carlo fuo Bisavolo, Pippino Avolo, Carlo Genitore, ed 'i\\Ìp't8s. egli fteffo. Ma quefto non chiarifce, fe Carlo Martello accettaffe veramente il Patriciato di Roma, in quanto effo portava feco anche