Anno D C C X I I. 11 r della Chiefa Cattolica . Si dille (a), ( ma forfè fu una ciarla inven- 00 T'Aitata da alcuno ) che un Monaco del Moniftero di Calliftrato mokim Chror-ù5' anni prima gli avea più volte predetto l’imperio , con raccomandargli infierne di abolire il Concilio Sedo Generale , come cola mal fatta, fe pure alui premeva di iìar lungamente fui trono. Gliel prò-mife Bardane, o iìa Filippico, e la parola fu mantenuta. Poco dunque flette , dopo elìer giunto al comando , che ratinato un Conciliabolo di Vefcovi o adulatori , o timorofi, fece dichiarar nullo il fuddetto Concilio , ed infierne condennare i Padri, che 1’ aveano tenuto, avendo già cacciato dalla Sedia di Coilantinopoli Ciro, e a lui fortituito Giovanni aderente a i fuoi errori . Se ne flava poi quello novello Auguilo paiTando 1’ore in ozio nei Palazzo, e pazzamente dilapidando i tefori ratinati da i precedenti Auguili, e mai-fimamente dal fuo predeceffore Giuitiniano II. con tanti confifchi da lui fatti fotto varj preteili. Peraltro nel parlare era molto eloquente, e veniva riputato uomo prudente ; ma ne’fatti fi fcoprì inabile a sì gran dignità , e fpezialmente fporcó la fua vita coll’ erefia , e con gli adulteri , effendo penetrata la fua lufìùria fin dentro i chioilri delle facre Vergini. La fortuna di Filippico fu ancor quella di Fdice Arcivefcovo di Ravenna , il quale accecato viveva in efilio nella Crimea . (/>) Venne egli rimeifo in libertà dal nuo-^ ^gnei;. vo Auguilo, con fargli reilituire quanto avea perduto. Fu anche in vi’. Feii-regalato da lui di molti vafi di criilallo, ornati d’oro e di pietre pre- c¡lcrfo'¡¿^ ziofe. Fra gli altri doni v’era una Corona picciola d'oro , ma arricchita di gemme di tanta valuta , che un Giudeo mercatante a’tem-pi d’ Agnello Storico , interrogato da Carlo Magno , quanto fe ne caverebbe vendendola , rifpofe, che tutte le ricchezze e i paramenti della Cattedral di Ravenna non valevano tanto, come quella fola Corona . Ma quella, foggiugne Agnello , fotto l’Arcivefcovo Giorgio, che fu a’fuoi giorni, Iparì. Racconta dipoi eiìo Storico un miracolo fatto da quello Arcivefcovo con far morire dad-dovero, chi s’ era finto morto per burlarlo. Ma in quelli Secoli una gran facilità v’era a fpacciare, e molto più a credetele cofe maravigliofe ; e noi dopo aver veduto la fuperbia di quello Prelato , che voile cozzar co i Romani Pontefici , non abbiamo gran motivo di tenerlo per Santo . Convien nondimeno confeiTare il vero , e ne abbiam la teilimonianza d’Anallafio Bibliotecario ( c) , (c) Anaflaf. che ritornato quello Arcivefcovo in Italia , pentito dell" antico or- BMìothec. goglio , mandò a Roma la fua profeffion di Fede, e l’atto della fua m Goì1mL fommeifione al Papa : con che fi riconciliò colla Chiefa Romana , e vii?