Annali d’ Italia. rono anche dipoi di fpettacolo al matto Popolo . Racconta Teofilat- (a) Theo- to (a) , che dopo la morte di Foca, leggendo egli il pezzo della phyiaOus ^ fua Storia, dove defcrive quella lagrimevole fcena, ad una grande udienza, proruppero tutti quegli afcoltanti in sì dirotto pianto, e in tanti gemiti e linghiozzi, che non potè andar più innanzi nella lettura. Da lì a tre Anni anche la Moglie di Maurizio Coflan-tino. Augulla con tre Figliuole Tue , e d’ effo Imperadore , cioè Ana-nafìa, Ieoitifla , e Cleopatra, furono levate dal Mondo per fo-fpetti del crudele Tiranno . Non mancarono certamente difetti e vizj in Maurizio Impera-, dorè , e fpezialmente diede ne gli occhi a tutti la fua avarizia , e il non pagare i foldati, permetténdo , che li pagaifero effi co i ruba-menti e colle rapine fatte addoifo a i fudditi. Lo flelTo San Grego- (b) Gngor rio Papa (¿) in ifcrivendo a Foca , non ebbe difficultà di dirgli: M^gniis. Quiefcat feliciffimis temporibus vcflris univerfa Respublica , prò-1.13. eP-j'-iata f"uy cauJ'arum imagine prceda pacis ( parole molto fcure, e fors’ anche difettofe ) . Cejfent teflamentorum infidia , donationum gratia violenter ex tracia . Redeat cunclis in rebus propriis fecura pof-fèfsio, ut fine timore habere fi gaudeant, qua non funt eis fraudi -bus acquifita. Rejormttur jani fìngulis fub ]ugo Impera pii libertas fua. Pofcia foggiugne quella nobiliiììma fentenza, da lui ripetuta (c)U. 1. 10. anche in un’ altra Lettera (c) a Leonzio già Confole , e che farebbe Ep’Jì. s<• da deiìderare impreiTa in cuore di tutti i Principi Criftiani : Hoc namque inter Reges Gentium ( cioè de'Gentili ) & Rcipublica Im-peratores difiat : quod Reges Gentium Domini Servorum funt ( cioè comandano a de gli fchiavi ) Imperatores vero Rcipublica, Domini Liberorum. Ecco qui ancora il nome di Respublica per lignificare l’imperio Romano. In un’altra Lettera da lui fcritta a Leonfia Im-(cT> id.l. 13. peradrice (