168 interni, che nel corso dei violenti dissidi insulari avevano disertato gli aviti domicili e avevano cercato rifugio sopra questa trascurata altura. Gran parte della popolazione, sopratutto della classe tribunizia, era arrivata da Cittanova o direttamente o traverso le altre isole (1). A Rialto, essa, difesa dal castello di Olivolo e dal conforto spirituale del vescovo nazionale della provincia, con paziente industria aveva ricomposto l’ordine della vita. Rialto, asilo di profughi e sbandati, apprestava le energie, destinate a ricreare le fortune della patria. Ed in Rialto, con l’assenso del rappresentante bizantino, fu convocata l’assemblea del popolo. Per voto solenne di questa, composta nella massima parte di cittadini realtini, l’isola fu eletta a sede del ducato e fu designato a coprire la massima funzione tale Agnello, che la tradizione vuole fosse della stirpe dei Particiaci, di vecchia famiglia eracleese (2). I motivi prossimi, che determinarono l’inaspettato tramutamento, sono visibili. Lo sfacelo del regime obeleriano, neppur redento dai recenti successi militari, aveva scatenato la reazione di tutti i sudditi avversi, di quelli sopratutto, che avevano dovuto patire la tirannia dei due fratelli e avevano dovuto esulare. Tali circostanze di data recente spiegano, perchè da Rialto parta l’iniziativa e a Rialto si concluda, per opera di elementi eracleesi, 1’ ultima fase della crisi. La scelta di un cittadino reaitino, di non lontana origine eracleese, decideva naturalmente anche la sorte del governo. La sede non poteva essere altrove che nelle case del nuovo duca, e perciò in Rialto, in quel sito, sopra il quale da modesti inizi sorgeva il primo nucleo del palatium, della residenza ducale, doge e governo. Non è il caso di ricercare origini remote del nuovo assetto in contrasti sociali, in dissidi di interessi municipali o in necessità irresistibili d’ordine economico. L’antagonismo politico, che turbava la vita del ducato, con il periodico susseguirsi di fughe (1) Origo cit., p. 157 sgg. (2) Iohan. Diac., Ghronicon cit., p. 106 : apud Rivoaltensem insulam Venetici communi decreto ducaius sedem habere malueru.nl et ad hunc honorem quendam virum, Agnellum nomine ecc. Per la provenienza eracleese cfr. il testamento del duca Giustiniano, Gloria, Cod. dipi, pad., I, 12 sgg., n. 7 ; Documenti cit., I, 23.