(„,) Labbe Loncilior. Tom. VI. pi tg. a 8. (b) Pagiut Criti Barofl. 106 Annali d’ Italia? dargli la facra particola, di ammazzarlo. Ma Iddio non perniili così orrendo ecceffo; perciocché rmracolofamente quello fgherrò non vide nè quando il Pontefice diede la pace , nè quando porfe la comunione all’Efarco: cofa, ch’egli dipoi atteflò con giuramento a varie perlone. Veggendo adunque Olimpio, che la mano di Dio era in favore del fanto Pontefice, riconobbe il fuo fallo, ed accordatoli feco , gli rivelò tutto quanto era flato ordinato a lui dall’lm-peradore , e da lui tentato fino a quel tempo. S’era con ciò rimef-fa la pace in Roma, quando arrivò ordine a queflo Efarco di raunar l’efercito, e di paffare con effo in Sicilia per proccurar di sloggiarne i perfidi Saraceni. V’andò egli, ma per fua mala ventura v’andò, peachè l’efercito fuo reflò fconfitto , ed egli apprefTo per 1’affanno e per una malattia fopragiuntagli pagò l’indifpenfabil tributo della natura. E qui convien offervare, come fi ha dalla Relazione (a) dell’ empia perfecuzione , che vedremo fatta a Papa Martino , fra gli altri falli reati apporti a quel buon Pontefice, eflervi flato ancor queflo, cioè ch’egli avea congiurata con Olimpio la rovina dell’Imperadore, e però Doroteo Patrizio della Cilicta gridò, che effo Papa Martino folus fubvertit & perdidit univerfurn Occidente/n & delevit ; & revera unius conjìlii fuit cum Olympio , & inimicus horriicida Imperatoris , & Romance urbanitatis. Sicché la pace fatta fra lui e l’Elarco Olimpio, e la rotta dell’ eferci-to Imperiale in Sicilia, diventarono delitti dell’ottimo Papa: che per altro non fi sa, che alcuno in Italia in quefli tempi fi follevaf-fe contra dell’Imperadore. Iniqui Greci ! non fi può qui non efcla-mare , e di lunga mano più iniqui per quello, che racconteremo nell’Anno fufTeguente. Dico così, acciocché il Lettore fempre più venga feorgendo, che i Longobardi tanto villaneggiati da alcuni Scrittori, erano ben divenuti padroni migliori, e Re più difereti ? che i Greci* Anno dì Cristo dcliii. Indizione XI. di Martino Papa 5. di Costantino, detto Costante, Imper. 15. di Ariberto Re 1. PEr le ragioni addotte dal P. Pagi (¿), fuccedette in quefl’Anno la lagrimevol feena di San Martino Papa, e non già nell’ Anno 650. come fi figurò il Porporato Annalifla . O fui fine dell* Anno