192. Annali d* Italia. Anno di Cristo dcxcvii. Indizione x. di Sergio Papa 11. di Leonzio Imperadore 3. di Cuniberto Re io. SE il vuol preffar fede ad uno Storico Àrabo, chiamato Novei-ri, e citato dal Padre Pagi, fin 1’ Anno 691. ad Abdulmelic , o fia Abimelec Califa de’Saraceni, nui’cì per mezzo di AJ'ano fuo Generale di occupare dopo un fiero affedio Cartagine Capitale dell’ Affrica, le cui mura furono fmantellate, e il Popolo meffo crudelmente a filo di fpada. Sorfe dipoi un’Eroina Affncana, donna no-biliffima, che unito un poderofo corpo d’Affricani, ruppe 1’ eferci-to Saracenico, e coftrinfe il Generale Maomettano a ritirarli nell’ Egitto. Coftui ivi fi fermò per cinque anni, finché ricevuto un ga-gliardiffimo rinforzo di gente, tornò in Affrica, e fuperata quell’ Eroina , di nuovo s’impadronì di Cartagine e della Provincia. Ma a noi fia lecito il dubitar della fede di quello Storico Arabe intorno a quello fatto . Egli ville per teftimonianza del Signor d’Erbelot (a) ( à) Erbelot • 1,1 j in r - '1 1 11) p Biblìothtc circa 1 Anno 732. dell Egira,, cioè dopo il 1300. dell Epoca no-Orhntai. lira, e però molto lontano da quelli tempi. Nè Teofane (b), nè Ihronog' Niceforo (c), Scrittori più antichi di lui conobbero invafione al- (c) Niceph. cuna dell’Affrica, fatta da’Saraceni nell’Anno 691. e folamente inChronic- ne parlano all’Anno prèfente. Pare ancora, per quanto s’è detto, che nell’Anno 691. Abimelec non avelie peranche rotta la pace collTmperio Romano. Abbiamo dunque da i due fuddetti Storici Greci, che in queiV Anno gli Arabi, cioè i Saraceni, colla forza dell’armi fqttomifero al loro Imperio Cartagine e 1’Affrica. Ciò intefo a Coftantinopolì, non mancò FImperador Leonzio di fpedire colà Giovanni Patrizio uomo di grande affare, con un poderofo iluolo di navi, e d’armati. Andò egli, e valorofamente rotta la catena , che ferrava il Porto di Cartagine, v’ entrò dentro, liberò la Città, e remife nella primiera libertà tutte l’altre Città dell’Affrica, avendo o cacciati o trucidati quanti Saraceni trovò in quelle parti. Di così felice fuccefso fpèdì egli 1’avvilo alì’ Imperadore , ed afpettando i fuoi ordini fvernò in quelle parti. Nelle Ifole, onde è comporta l’inclita Città di Venezia, era già crefciuta di molto la popolazione per le genti di Terra Ferma concorfe colà. Occorrevano fpeffo delie controverfie co i Longobardi confinanti; però adunatili Crifloforo Patriarca di Grado, i Vef- covi