130 Annali d’ Italia. gatto , il quale con giuramento fatto al fuo falfo Dio Jl obbligò di non darmi giammai in mano de miei nemici , nè dì tradirmi. Dopo qualche tempo vennero i Mefjì de miei nemici , e promifero con giuramento di dare a quel Re un moggio pieno di foldi d' oro ; fe metteva me in loro potere, per levarmi poi la vita. Al che il Re rifpofe : Mi afpetterei tojlo la morte da gli Dii, fe commettejfi que-fla iniquità ,*e calpeflafsi il giuramento fatto alle mie Deità. Ora quanto più io, che conofco e venero il vero Dio, debbo Jlar lungi da tal misfatto ? Io non darei Vanima mia , per guadagnar tutto il Mondo. Così un Re Longobardo, il quale fece dipoi mille carezze al piiilimo Arcivefcovo , e con buona fcorta il fece accompagnar fino a Roma. Ciò fuccedette nell’Anno 679. Tornando ora a Bertarido , che era flato licenziato dal Re Cacano , non fapendo egli dove volgere i paffiper afficurarfi la vita, prefe CO P™lus una llrana rifoluzione, (a) e fu di venire a metterfi in mano dei-cap. 2. * " *' lo ileflb fuo nemico , cioè del Re Grimoaldo, giacché la fami portava, eh’ egli foffe un Principe clementiffimo , awifandofi , che gli permetterebbe di paiTar il reilo de’fuoi giorni con qualche con-venevol comodità in vita privata. Arrivato a Lodi, mandò innanzi Onolfo fuo fidatiilimo fervitore , per far fapere a Grimoaldo la fua venuta , e aver da lui le neceilarie iicurezze . Lieto Grimoal-do per quella nuova, generofamente rifpofe, che veniffe pure, promettendogli in paroladi Re, che niun male gli farebbe. Venne Bertarido, volle inginocchiarfi, ma Grimoaldo abbracciatolo come Fratello il baciò; e con giuramento l’afficurò, che farebbe da lì innanzi falvo , e ben trattato da lui. (Sii fu aiTegnato un Palagio , e tutto quel che gli occorreva pertfrun fignoril trattamento. Ma feppefi appena nella Città l’arrivo di Bertarido, che i Cittadini continuarono a folla a fargli delle vifite ; nè mancarono poiper-fone maligne, che rapprefentarono a Grimoaldo, come egli era alla vigilia di perdere il Regno , fe più lungamente lafciava in vita Bertarido. Non cadde in terra il coniiglio. Grimoaldo in quella ileffa fera mandò delle regalate vivande e de’ preziofi vini a Bertarido , acciocché facendo banchetto, e largamente bevendo s’ ubbriacafle , con penfiero poi di fargli qualche brutta feila, dappoiché foffe ito a dormire . Ma Bertarido de-ilramente avvertito da un fuo famiglio di quel che fi manipolava, moilrhndo di bere fptffiffimo del vino alla falute del Re, non bevve fe non acqua, portatagli in un bicchiero d’argento. Ritiratofi poi in camera, e notificato quanto occorreva ad Onolfo, e al. fuoGuar- daro-