45 8 Annali d’ Italia: ti. Bifogna nondimeno credere fucceduta qualche baruffa, perchè vi rimafe eitinto Leeone Duca de Boemi.' Per quaranta giorni le fuddette Armate feorfero il paefe, incendiando e dando il guaito a tutto ; e perciocché venne meno il foraggio a i cavalli , e la pi ovian-da a i foldati, fe ne tornarono in fine a i loro quartieri. Ma gli Anta) Annal. nali Moiffiacenfi (a) aggiungono , che Samella Re de Boemi venne fts'Tom*11 a Patti » e Promi*e fedeltà a Carlo Magno , con dargli anche per Ra. frane, ortaggi due fuot Figliuoli . Effendoiì nulladimeno continuata nell’ Anno feguente la guerra co i Boemi,- può dubitarli della verità di quello racconto . Intanto l’imperadore andava vilìtando i Luoghi del fuo Regno, vicini al mare. Fu a viiìtarlo Lodovico fuo Figliuolo Re d’ Aquitania , mentr’egli fi trovava nella Villa di Teodo-ne . Vi arrivò anche dall’Italia il Re Ptppino-,e quivi colla grata • compagnia di quelli fuoi due Figliuoli folennizzò la fella del fanto (b) Dandul. Natale del Signore . Ci viene poi dicendo Andrea Dandolo ( b ) , che TomCk™nlco dappoiché l’lltria per le capitolazioni feguite fra i due Imperj Oc-Rer. ìùlic. cimentale ed Orientale, retto fotto il dominio di Carlo Magno, quelli mandò per Duca di quella Provincia un certo Giovanni . Cominciò collui ad aggravar que’ Popoli , ei Popoli ne portarono le doglianze all’ Imperadore , il quale non tardò a fpedire colà Izone Prete, Cadaloo, & Alone Conti , con ordine di efaminar 1’ affare. Queito Cadaloo alrri non può effere , che il fucceffore à'Erico o Enrico nel governo del Ducato del Friuli. E non portando egli fe non il titolo di Conte , potrebbe a talun parere , che la Marca del Friu- li , o Trivifana non folìè peranche formata . Ma noi vedremo, che i Marchefi ufavano anche il titolo di Conti, perchè come Marche-fi foprintendevano a tutta la Marca , e come Conti erano Governatori (labili di qualche Città. Da i fuddetti Deputati dell’Impera-dore fu raunata una Dieta in Iltria , in cui concorfero Fortunato Patriarca di Grado, elule dalla fua patria, Teodoro , Leone 3 Stau-ra^io , Stefano, e Lorenzo Vefcovi di quelle contrade , e cento fef-fantadue principali Cittadini delle Città dell'Iilria. Chiarito eh’ ebbero l’infolito pefo impolto dal Duca Giovanni, ne efentarono que’Popoli, con ordinare , che non foifero tenuti a pagare fe non Marche rrecencinquantaquattro , ficcome dianzi faceano alla Camera Imperiale de’Greci , con ripartire il pagamento fecondo la poffibilità delle Città e Caltella della Provincia. Aggiugne il Dandolo , che i Veneziani per 1’ odio , che portavano a i due Dogi fuggiti , riduffero in un mucchio di pietre la Città d’ Eraclea , da dove que’medefimi Dogi aveano tirata la loro origine, fenza però dilli-