Ann o DCCXXXI. 265 tina , che recitava a memoria tutto il Salterio, eloquente Predicatore , amatore de’ Poveri , redentor de gli Schiavi, e vivo efempla-re d’ ogni Criftiana Virtù. Non tardò lo zelante Pon^fice a fcrive-re delle forti Lettere a gl’Imperadori Leone e Cojlantino , efortan-doli a deiiftere dalla perfecuzione delle facre Immagini ; e queiti fuoi fentimenti ed efortazioni inviò a Coftantinopoli per mezzo di Giorgio Prete. Ma quello giunti colà, veggendo 1’afpro trattamento , che fi faceva a chiunque ofava d’ opporli alle determinazioni de gli Augufti, per timor della pelle fe ne tornò a Romafen-za prefentar quelle Lettere . Confefsò il fuo fallo al Pontefice , il quale fdegnato per la di lui pufillanimità, raunato il Concilio , volle degradarlo dal Sacerdozio. Tante nondimeno furono le preghiere de’Padri , e de’Nobili Laici , che fi contentò di dargli una buona penitenza con patto , che ritornalfe alla Corte colle fteife Lettere. Andò egli in fatti , ma da i Miniilri Imperiali nel paffa-re per la Sicilia fu ritenuto , e flette guafi un anno efiliato in quelle parti . Provò in quelli tempi la Gallia , qual foife la crudeltà e l’odio de’Saraceni contra de’Criftiani. Divenuti effi già padroni della Linguadoca paifarono il Rodano , s’impadronirono della Città di Arles , aifediarono quella di Sens , ma non poterono mettervi il piede, mercè dell’animo, che fece in tal congiuntura a i Cittadini Santo Ebbone Vefcovo di quella Città, (a). Diftrulfeio poi (a). Chronìe. alfaiifime Chiefe , Monifteri e Cartella , lanciando dapertutto fe- Pe^*^Um gni del loro furore con incendj e ftragi de’miferi Criftiani. Intan- Chesne. to i due Eroi della Francia Carlo Martello, & Eude Dùca dell’A-quitania in vece di Volgere l’armi contra di quegl’infedeli, ad altro non pentivano, che a Scannarli l’un l’altro, e a fagrificar le vite de’Popoli Franchi alla loro ambizione. Toccò la peggio in una delle due battaglie ad Eude, e Carlo p‘er due volte entratonelF Aquitanìa, diede il guaito al paefe con riportarne un immenfo bottino a cafa. ’ Avea Romoaldo II. Duca di Benevento (¿) fpofata in fecon-(h) Paultu de nozze Ranigonda Figliuola di Gaidoaldo Duca di Brefcia . Ma flgConcus 0 egli terminò ifuoi giorni circa quefti tempi, o pure neirAnno733. c‘ S°' come penfa il Bianchi (c). All’incontro Camillo Pellegrino fu di (c) Biancus parere , che avveniiTe la morte di quel Duca nell’Anno 720. e che dopo lui per due Anni governale quel Ducato un Aodelao , o fia Tom. I. Audelao, e che a lui fuccedeffe nell’ Anno 724. Gregorio, che daRcu Italic-»Paolo Diacono vien chiamato Nipote del Re Liutprando, e creato Duca da elfo Re. Ma avendo noi veduto all’Anno 729. che il Re R 4 fucI-