XXVIt difendere i diritti delle cofe temporali della Sede Apcvftolica contro coloro, che temerariamente li oppofero ai medeiìmi. Sicché quando pur qualcheduno voleffe diffonderli su quanto di paflàggio ha fcritto inconfideratamente il Muratori, può avere già pronta ampia materia per confutarlo con una Biblioteca di molti volumi. Fa d’ uopo ora, che io traferiva ciocché dice il Muratori all' anno 772. che fu il primo di Papa Adriano I. e all’ anno 795. che fu l’ultimo del medeiìmo Papa, per confutare, ciocché 1’ideilo Muratori, fondato in deboi conghiettura, fcrive del fuddetto A-driano all’anno 787. » Ma è da maravigliarli, come de i faggi Pon-» telici ufaffero allora contro de’ Popoli Cattolici folamente per » difcordie, e fofpetti politici termini sì ingiuriofi . Perchè mai » nefandifiimi i Napoletani, odiati da Dio 1 Greci, per avere ri-» cuperato un piccolo paefe di lor ragione? Nè badava il Papa, »che anch’egli meditava, fe avelie potuto, di far peggio, cioè »di occupare ai Greci due nobiliiìime Città, e Ducati, Napoli, e » Gaeta, su le quali egli non avea diritto alcuno « . Quello carattere fatto ad Adriano non li accorda con quello, che dice il Muratori ideffo all’ anno 772. » Diede fine a’ fuoi giorni in quell’ an-» no nel principio di Febbraio Papa Stefano Ili. in cui luogo fu »eletto Adriano I. figliuolo di Teodolo Confole, e Duca, dillinto » allora per le fue virtù, e che poi riufeì un inlìgne Pontefice«. Ecco adeflo quel che regillrò del medelimo Papa all’anno 795. » »La memoria di quello prudente, ed infigne Pontefice, che me-» rito di effere aferitto nel Catalogo de’Santi, farà fempre in »benedizione nella Chiefa Romana, di cui fu egli fommamente » benemerito ,• perchè effa dianzi fempre maellofa e riverita nello »fpirituale, per cura di lui cominciò ad effer grande , e llimata »anche nel temporale. Quanto alto afeendeffe la fua pia libera-» lità verfo le Chiefe di Roma, e verfo i poveri, fi legge con » illupore preffo di Anailafio Bibliotecario. La Città ftelfa di Ro-» ma li profefsò di grandi obbligazioni, perchè con immenfe fpefe » ne rifece egli le mura e le torri. Era quello Pontefice tene-» ramente amato da Carlo Magno, il quale udita la di lui mor-»te, 1’ onorò delle fue lagrime, diilribuì di molte limoline in » luffragio della di lui anima, ed anche formò in verfi l’Epitaf-» fio, che tuttavia fi legge ne gli Annali Ecclefiallici, eprelfo » d’ altri Autori«. Ed ecco confutato col Muratori, quel che il Muratori incautamente fcriilè di un tanto Pontefice all’ anno 788.. Il titolo di nefandiifimi meritamente fi dava a coloro, che iì levavano,