Anno DCCCXI. 479 Augnilo Michele ad inviare i iuoi Ambafciatori a Carlo Magno per iilabilir feco pace , ed anche per trattare di un Matrimoniop el Suddetto Teofilatto . Varj erano oramai gl’incomodi della fanità di Carlo Impera-dore : al che riflettendo il faggio e piiffimo Principe fece nell’An-no prefente una fpecie di Teilamento , che contiene la maniera di dividere i fuoi tefori in tante limoline alle Chiefe & a i Poveri . Eginardo (a) ce ne ha coniervato un abbozzo . Buona parte adun- (a) Etfnhar. que dell'oro, argento, gemme, e velli, divifa in parti ven tu- ln p,t' C'M' na, fu deilinata alle Chiefe Metropolitane. Et quia, dice quel contemporaneo Scrittore , in Regno illius Metropolitana Civita-tes viginti & una effe nofcuntur, unaquceque illarum partium ad unaniquamque Metropolim per manus heredum & amicorum Eleemofynce nomine pervemat &c. Ma e quali erano quelle Città Metropolitane della Monarchia di Carlo Magno ? Seguita Eginardo a lpiegarlo con dire : Nomina vero Metropoleorum, ad quas eadem Eleemofyna five largitio facienda efl, hcec funt : Roma , Ravenna, Mediolanum, Forum Julii ( cioè Aquileia , perchè quel Patriarca abitava in Cividale del Friuli ) Gradus Sic. Quefte fon le cinque Città Metropolitane d’Italia ( e di più non ce n’era in que’ tempi ) e tutte polle in Regno Illius : dal che ièmpre vegnia-mo ad apprendere quello, che s’abbia a credere della Città di Roma e Ravenna. Aggiugne pofcia Eginardo, che nel Teforo di lui fi trovavano tre Tavole d’argento , & una d’ oro di particolar grandezza e pefo . Ora egli determinò , che una d’effe Tavole di figura quadrangolare, contenente la descrizione della Città di Collan-tinopoli, con altri funtuoix donativi folle portata alla Baiìlica di San Pietro di Roma. Un’altra di figura rotonda, in cui fi mirava la defcrizione della Città di Roma, foffe data all’ Arcivefcovo di Ravenna. In fatti Agnelo Storico di quelli tempi, nelle Vite de’ Vefcovi Ravennati ( b ) , parlando di Martino Arcivefcovo , -ha que- ^ jgntn ile parole : Igitur ißius Martini temporibus mißt Ludovicus Im- Vita, Epi-perator ex dimiffione fui genitoris Karoli ad Martinum Pontifi- P'fi°i>or. cem hujus Ravennatis Sedis , Menjatn argenteam utiam absque p. ‘fp, 2, Ugno , habentem infra fe anagliphte totam Romani , una cum te- R£r- Italia, tragonis argenteis pedibus, & diverfa Vafcula argentea , Jeu & Cuppam auream unam , qua. Cuppa hcec fìta in. cratere aureo fanelo , quo quotidie udmur. Perchè mai non fon giunte fino a dì noli ri due si riguardevoli Tavole? Varrebbono ora più che fe fof-fero d’ oro, e darebbono un znarayigliofo pafcolo alla curiofità de g’i