Anno DCCLXXXI. 379 quale fu poi riconofciuto da tutti. Nel folenniifimo giorno Seguente ad idanza di Carlo Magno il medefimo Papa confecrò in Re 1 fud-detti due Principi , cioè Pìppino (oprai’ Italia , e Lodovico iopra 1’ Aquitania. Soddisfatto eh’ ebbe il Re Carlo alla (ua divozione, e trattato de’ correnti aifari col Cornino Pontefice, fen venne a Milano , dove 1’ ArciveCcovo Tommajo diede il Batteiìmo a Gisla Figliuola d’ eifo Re , e della Regina Ildegarde. Dopo di che Carlo Ce ne tornò in Francia, laCciando l’Italia aifai quieta. Fra gli altri affari , che iì trattarono in Roma fra il Papa e Carlo Magno , uno de’ principali fu l’accafamento deiìderato da Irene Imperadrice di Co-Jlantino Augudo fuo Figliuolo con Rotrude Figliuola d’eifo Re Carlo. Teofane fcrive ( ¿1 ) , che a quedo fine nell’Anno prefente e (fa (a) Thcoph. Imperadrice inviò Coltante Sicellario , e Marnalo Primicerio per'" Chrono£-Cuoi Legati a Carlo, per farne la dimanda ; e fecondo la Cronica ^ Chron-lCi MoiiTiacenfe (¿) gli Sponfali fra quedi due Principi furono realmen- Moìffiacenf. te contratti, mentre il Re fi trovava in Roma; ma fecondo altre ^°hm'n3c Du~ Storie folamente nell’Anno 787. Seguirono quelli Sponiàli. Reilò csnc' predo di quella Principefla Ehfeo Eunuco e Notaio , per infognarle la Lingua Greca, e accollumarla ai riti della Corte Imperiale. Ma non ebbe poi effetto quefto maritaggio per imbrogli politici Copravenuti col tempo tra Irene e Cuo Figliuolo . Un altro affare di molta conCeguenza fu parimente maneggiato in Roma fra il Pontefice e il Re Carlo. Paifavano de’ grandi diffapori fra eifo Re , e Taffi/one, potentifsimo allora Duca di Baviera, perchè l’ultimo fdegnava di riconofcere per fuo Sovrano il Re de’Franchi. Carlo andava pazientando, per rifparmiare , fe fi poteva , 1’ eforcifmo della forza. Però ricorfe prima alle vie pacifiche , cioè al ripiego, che il Papa invierebbe a Taflilone i fuoi Legati, per indurlo alla conofcenza del fuo dovere. In fatti con Ricolfo Cappellano, ed Eberardo Coppier maggiore del Re andarono due Legati del Papa,; cioè Formojo , e Damafo Vefcovi , e tanto efortarono per parte del . Pontefice il Duca Taifilone a volerli ricordare de'giuramenti predati al Re Pippino , e a’ fuoi Figliuoli, che l’induiìero a portarli a Vormazia, dove era il Re Carlo , al quale di nuovo preftò giuramento di fedeltà, ma con dimenticarfene da lì a poco, quantunque in mano di lui aveife lafciato de gli odaggi. Fu in qued’ Anno, che Carlo Magno imparò a conolcere Paolino , cioè quel personaggio, che col tempo riufcì Patriarca d’Aquileia, infigne non meno per la fua Letteratura , che per la fua Santità. Fra le doti mirabili di quel gran Monarca fi contava 1’ amor delle Lettere, e la pre-