Anno DCLXX Vili. I55 Anno di Cristo dclxxviii. Indizione vi. di Agatone Papa i. di Costantino Pogonato Imperadore 11. di Bertarido Re 8. di Cuniberto Re i. FIno a quelli tempi, cioè per fette Anni era durata la guerra, e perfecuzionfatta alla Città di Coftantinopoli da i Saraceni, e foftenuta con immortai bravura da i Criiliani. Da sì oftinata gara altro non riportarono que’Barbari, fe non una gran perdita della lor gente, e delle lor navi, con aver la Divina protezione afliili-to fempre a i fuoi Fedeli, ed obbligati finalmente in quell’ Anno gl’ Infedeli a ritirarli. Cominciò ad ufarfi in queila occaiione da i Cri-iliani il Fuoco Greco (a), che fi gittava ne i Legni nemici, nè fi (a) Theoph. poteva fmorzare coll’acqua. Portata loro ne fu l’invenzione da unin Cronos-certo Callinico, che deferto da Eliopoli Città dell’Egitto, uomo di mirabile induilria in manipolar limili Fuochi. Cedreno fcrive (l>) , ^^ che a’fuoi dì vivea Lampro, difcendente da effo Callinico , e va - u Annuiti-lentiifimo Foghiila anch’egli. Con quello micidial Fuoco riufcì a’ Criiliani di bruciar molte navi nemiche, e gli uomini vivi, che in effe fi trovavano. Partita da Coftantinopoli con vergogna la flotta de’Saraceni, fu lorprefa verfo il Sileo da una formidabil tem-pefta di mare, che parte fommerfe di quelle navi, e parte ne conduce a fracaffarfi ne gli fcogli. Fu finalmente attaccata battaglia in terra da i Capitani Cefarei Floro, Patrona, e Cipriano , e vi reftarono eftinti fui campo trenta mila di quegl’infedeli. Quelle percoffe, e la follevazione de’Maroniti Criiliani, che creato un Principe occuparono il Monte Libano con tutti i fuoi contorni, e fecero felicemente alcuni fatti d ’ armi co i Saraceni, obbligarono in fine Muavia lor Califa, o fia Principe, a trattar di pace coll’Im-perador Cojlantino. Spedito dunque da effo Augufto a tale effetto in Soria Giovanni Patrizio per fopranome Pitfiguade , o Pizzicoda, perfonaggio di rara deilrezza e fperienza ne gii affari politici, con-chiufe co i Saraceni una pace gloriola e vantaggiofa all’ Imperio Romano per anni trenta, con efferfi obbligati que’Maomettani a pagare annualmente all’imperadore tre mila Libre d’oro, reftituire cinquanta fchiavi, e dare cinquanta generofi cavalli. Cagion fu quella pace, che Cacano Re de gli Avari Signore dell’Ungheria, e tut-