Anno DCCCXXVI. 557 de d’eflere caduto di grazia, e fi riputò come perduto . Però fi appigliò al partito di abbandonare il Mondo ,• per motivo, diceva egli, di far penitenza dell'omicidio commeflo nella perfona del fuo Principe ; e ne ottenne licenza da Sicone , il quale fece villa di concederla mal volentieri. Raccomandatogli il Figliuolo, fi cinfe al col- lo una catena;# prefa quella da un fuo famiglio, fi fece condurre al Monillero di Monte Calino, e quivi con affai gemiti e lagrime chie-fe. l’abito Monaftico, chenon gli fu negato. Sì 1’ Anonimo Salernitano , che Erchemperto (a ) , Monaci amendue, raccontano co fé (a) Erchem-grandi della fua penitenza, e v’aggiungono anche de’ miracoli. Fe- j^ j. Rer. cefi Monaca anche fua Moglie in. un Moniflero fuori di Conza , e ìtalicar. menò vitafanta. Ora Sicone, che da Erchemperto ci vien dipinto per uomo befliale, e troppo pefante a i Beneventani ; e dal fuddet-to Anonimo per lo contrario uomo manfueto e liberale : attaccò lite co i Napoletani, che tutta la potenza de’Longobardi non avea mai potuto fottomettere, e fece lóro un’ afpra guerra per più anni, con aflèdiar Napoli per mare e per terra. Convien credere, che già quefla cominciaiTe molto prima dell’ Anno prefente, e che quel Popolo fi trovaife anche a mal partito , perché fappiamo dal fopradet-to Erchemperto , che i Napoletani furono collretti a ricorrere a Lodovico Imperadore. Gli Annali de’Franchi appunto notano fotto quell’Anno , che in Aquisgrana fi prefentarono all’udienza dell’Im-peradore i Legati de i Napoletani, i quali ricevuta eh’ ebbero.la ri-fpolla,fe ne tornarono a cafa loro . Forfè ottennero qualche lettera di raccomandazione al Duca di Benevento. Ma che non per queflo cefTafle la guerra o la molellia al loro territorio, lo conosceremo andando innanzi. Non fi può ben chiarire la Cronologia de i Duchi di Napoli ; tuttavia fappiamo da Giovanni Diacono ( & ) , Scrittore C1) J°h.a,™'h di quelli tempi, che Teofilatto circa il principio di queflo Secolo Epifiòpor.‘ ' governava quella anche allora potente Città. A lui fuccedette An- Neapoi. P.2. timo, dopo la cui morte non accordandofi i Napoletani nell’ elezio- Rcr' ne del Duca ( ed aveano effi il Gius di eleggerlo ) ¿limarono meglio di prendere uno ilraniero , che un lor Cittadino pel governo. Spediti dunque de i Meffi in Sicilia, fecero venire di colà un Greco * Teottifio, e il coflituirono Maellro de’ Militi, cioè Generale dell’ armi loro. I Rettori di Napoli erano in que’tempi chiamati ora Duchi, ora Confoli, ora Maeftri de’-Militi', tre Nomi, che lignificavano il Governatore, o fia Principe di Napoli, il quale nondimeno riconofceva per Sovrano 1’ Imperadore de’Greci. Teottifio ebbe pet fucceffore Teodoro, decorato del titolo di ProtofpatanQ