avea rimeffo in cafa quel Duca. Però venuta la ilagione, in cui Sogliono i Re ufcire per far guerra, con una poderoia Armata s’ incamminò verfo Spoleti. Non è chiaro, fé a quelli tempi, o pure alla guerra dell’ Anno 728. e 729. appartenga ciò , che narra Pao- lo Diacono (a), poco curante dell’ordine de’tempi in riferir le im- (a) Paulus prefe: cioè , che mentre il Re Liutprando lì trovava lontano, in S4 Rimini, o iìa nel fuo territorio, fu meifo a fil di fpada il di lui efer- & ¡8. cito . Per me credo più verifimile , che ciò accadeffe nella precedente guerra. Certo è, che in quella elfo Re giunfe nella Penta-poli , e nel paffare da Fano a Foffombrone, in un bofco fituato fra quelle due Città, gli Spoletini e Romani, che vi fi erano polli in aguato , gli diedero molto da fare , con impedirgli il palio. Tuttavia a forza d’armi fi fece largo, e continuò la marcia. Aveva egli datala retroguardia a Ratchis Duca del Friuli, e ad Aftoljo fuo Fratello, e però ad effi più che a gli altri toccò di foftenere il pefo de’nemici, i quali andavano malamente pizzicando alla coda iFur-lani . Tale nondimeno fu la bravura di quelli due Condottieri e della lor gente a quel brutto palfo, che fempre combattendo e ammazzando molti de gli avverfarj , Seguitarono il lor cammino, con reftar Solamente feriti alquanti della loro brigata. S’avanzò fra gli altri uno de’più valorofi Spoletini, tutto armato, pernome Berto, o Bertone, che chiamato per nome Ratchis , dille che la voleva con lui . Ratchis il lafciò venire ; e con un colpo il gittò da cavallo. AccorSero i Furlani del fuo feguito; ma Ratchis, uomo mifericordiofo, gli permife di fuggire ; e colui ufando di quella grazia, carponi colle mani e co’ piedi aggrapandofi ebbe la fortuna di Salvarli nel bofco. Anche addolfo ad Adolfo due coraggiofi Spoletini corfero, mentr’ egli {lava palfando per un ponte , venendogli alla fchiena . Ma egli voltata faccia, con un fendente ne cacciò f uno giù dal ponte , e immediatamente rivolto all’altro T uc-cife, e fecelo rotolar giù nel fiume. Allorché’ fuccedette l’altra rottura fra i Romani e Longobardi nell’ Anno 728. e 729. veggendofi a mal partito il fanto Papa Gregorio II. perchè dall’un canto venivano contra di Roma i Longobardi , e dall’altra avea 1’ Imperadore nemico, cioè più difpoilo a fargli del male che del bene : prefe la risoluzione di raccomandarli efficacemente con Sue Lettere a Carlo Martello Reggente della Francia, potentiffimo e prode Guerriero de’tempi preSenri. Quellaa particolarità la ricaviamo dal Solo Anallalìo 0), ma Senza Sapere, che effetto produceffe cotal ricorSo. Della ileifa Mniìlma//¡aZ ’//// fi fer-