Annali d’ Italia" Roma , con trovar tutti difpofti a ben difenderla . Spogliò le Chie-fe di San Pietro e Paolo facendo portare tutti i lor tefori entro la Città , e chiudere con groffi ferri le porte della Baiilica Vaticana. Pgfcia inviò al Re Defiderio Euflra^io, Andrea , e Teodojio , Vef-covi d’Albano, di Paleftrina, e di Tivoli, ad intimargli una forte Scomunica, s’ egli ofava fenza licenza fua d’entrare ne’ confini del Ducato Romano. Era già pervenuto Defiderio a Viterbo, e quivi intefa quefta difguftofa ambafciata , non ardì d’andare più innanzi, e con gran riverenza e confuiìone fe ne tornò indietro. Dopo ciò arrivarono a Roma i Meffi di Carlo Magno, cioè Giorgio Vefcovo, Gulfardo Abbate, ed Albino Confidente d’ eiTo Re , per chiarire , fe fuffifteva, quanto il Re Defiderio aveva efpofto allo fteffo Re Carlo , con volergli far credere reftituite a San Pietro tutte le Città e Giuftizie ufurpate . Trovato falfo 1’efpofto , fe ne tornarono in Francia, e pattando da Pavia, con tutte le loro eforta-zioni nulla poterono ottenere da Defiderio. Informato di ciò il Re Carlo, tornò ad inviargli de’Meffi, con pregarlo di foddisfare al Romano Pontefice , e con promettergli anche quattordici mila fol-di d’ oro. Ma Defiderio divenuto cieco nella fua malizia, e tutto ricufando, incautamente fi andava fabbricando la fua rovina. Allora Carlo Magno, conofcendo oramai, che la fola forza potea liberar da quefte prepotenze Roma, e la Chiefa Romana, e ridondar l’ufo dell’armi in proprio profitto, unito l’efercito generale di tutta la Francia , fen venne a Geneva, rifoluto dipaflarein Italia. Trovò , che il Re Defiderio accorfo colla fua Armata alle Chiu-fe dell’Italia verfo il Monte Cinifio , quivi s’era fortificato in varie maniere, per contrattargli il paflo . Divife Carlo in due l’efer-cito fuo, e ne fpedì l’una pel fuddetto Monte, 1’altra pel Monte di Giove . Prima nondimeno di fperimentar le fue armi , tornò ad inviar Meffi al Longobardo, per indurlo pacificamente alla reftituzione , contentandoli di riceverne una promeffa, e tre nobili oftaggi per ficurezza della parola. Ma ancor quefti vennero indarno. S’inoltrò l’efercito Franzefe ; ma trovata gagliarda oppofizione , già fi difponeva a tornarfene indietro , quando , all’ improvvido s’intefe, che Adelgifo Figliuolo di Defiderio , e tutti i Longobardi, colti da (i) A*n*lL un Panico terrore , aveano prefa la fuga, abbandonate le tende e Pontificai• l’equipaggio, fenza che alcuno gl’infeguifle. Agnello Ravenna-H te (fl)’ Scrittore del Secolo fufleguente , fcrive , che Carlo Ma-Rer, Italie, gno fu invitato in Italia da Leone Arcivefcovo di Ravenna, il quale an-