471 Annali d’ Italia. (a) Annales Francor. Loì)ckani. (b) Annales Fr ancor. Be-tini ani. Annales Francor. Metenfcs. (c) Tkeoph. in Chrouog. placare Carlo Magno, e fece iflanza per un abboccamento fra i fuoi Minillri , e quei dell’Imperadore; ma fi fciolfe in fumo tutto quel negoziato. Però continuarono le azioni militari in quelle parti . Trajicone Duca de gli Sciavi Obotriti ricuperò il fuo paefe, ma reftò poi uccifo per frode de gli uomini di Gotifredo. Carlo Magno allora determinò di mettere un po’di briglia alla tracotanza di coitili , e prefe ben le fue mifure , (a) piantò nel Marzo dell’ Anno fogliente una Città di là dal fiume Elba in un Luogo appellato EfTes-feld , e la fortificò. Per quel che riguarda l’Italia, noi abbiamo da varj Annali de’Franchi (¿>), che in quell’Anno ( il Cronilla Loifeliano ne parla all’ Anno precedente ) fpedita da Coftantinopo- li un’Armata navale lotto il comando di Paolo, venne prima nella Dalmazia, e pofcia alla Città di Venezia, dove fvernò . Ora una parte d’eifa per voglia e fperanza di occupar l’Ifola e Città di Comacchio , polla al Mare di là da Pò grande in que’tempi, fi portò ollilmente colà. Ma fu sì ben ricevuta dalla guarnigione, ivi tenuta dal Re Pappino, che meifa in rotta fu forzata a falvarfi di nuovo in Venezia. Per quello il Comandante della Flotta Paolo cominciò a trattare con elfo Pippino di pace , quali che folfe flato unicamente fpedito per quello dall’ Imperador Greco fuo Padrone. Ma perchè s’avvide, che Obelerio Doge dì Vernaci, e i fuoi Fratelli , non folamente con fegrete mine attraverlavano i trattati d’ elfa pace, ma eziandio tramavano a lui delle infidie, llimò miglior partito l’andarfene con Dio. Così gli Annali de’Franchi. Raccontano i medefimi, che parimente in queil’Anno da i Greci chiamati Orobioti, cioè Montanari, fu prefa e faccheggiata la Città di Populonia , fituata fui lido del Mare nella Tofcana, di cui non re-llano più le veiligia . In oltre dicono, che i Mori di Spagna, venuti nell’Ifola di Corfica, nello ilelfo giorno fanto di Pafqua, prefero e mifero a facco una Città di queU’lfola, di cui non fappiamo il nome . Vien creduta Aleria dal Sigonio, dal Padre Pagi Mariana , o Nebbìo. A riferva del Vefcovo, e di alcuni pochi vecchi ed infermi, conduflero via lchiavi tutti quegl’infelici abitanti. Per attellato poi di Teofane (c), in quelli tempi Niceforo Imperador d* Oriente p.irea che fi lludialTe a tutto fuo potere di tirarli addoiTo l’odio univerlale del Popolo: tante furono le gravezze ed avanie , ch’egli introduife, annoverate da quello Storico ad una ad una. Ma ficcome vedremo, non andò molto, che ne pagò il fio. Ann©