XII Pippino Re di Francia, e Tuoi figliuoli, dove fi lamenta, che At- Jlulphus nec unius palmi terree fpatium B. Petro, Sancì ¿eque Dei Ec-clejice , vel Reipublicce Romano rum reddere pajfus efi, etji Francorum Reges propria voluntate per donationis paginam Beato Petro, Sanclcc-que Dei Ecclejice, & Reipublicce Civitates, & loca refiituenda confir-marint. Che per quelle parole Reipublicce Romanorum non s’ intenda già l’Impero Romano , e che abbiano sbagliato coloro , che le hanno intefe per effo , lo notò efpreffamente il Pagi nella vita di Stefano II. nura. 16. ove dopo aver riferite le parole del Papa , cosi foggiugne : Ex quibus verbis etiam collidere ejl , cum ventum ejl ad pacem inter Stephanum , & Aijlulphum, Legem hanc a Pippino buie faiffe impofìtam , ut ablata cum Ecclefice Romance , tum Reipublicce Romance rejlitueret, non vero Imperio Romano , ut perpe-ram quidam fcribunt. Oltre a gli Autori domeftici, abbiamo ancora di quello fentimento il Tommafini Part. III. Lib. I. Cap. XXIX. §. Vili, ove per nome di Repubblica intende .la Chiefa Romana. Vengo ora al dominio temporale de’Papi, e all' origine di effo, il quale, benché ad alcuni dotti Scrittori fembri più antico del tempo di Gregorio II. altri comunemente lo riferifeono a quello Pontefice. Di tal fentimento fono tra gli altri il celebre Autore dell’ Opera intitolata , Ragioni della Sede Apofiolica Jopra il Ducato di Parma, e Piacenza Parte 7. ove dichiara i titoli del dominio della Sede Apoilolica, e il Reverendiffimo Padre Maeilro del facro Palazzo Fra Giufeppe Agoilino Orfi nella Difiertazione dell’ Origine del Dominio , e della Sovranità Be’ Romani Pontefici fopra gli Stati loro temporalmente foggetti. Si oppone efpreflamente il Muratori a queila opinione, ove al fin dell anno 728. dice: » che Teo-» fané Scrittore Greco, e chiunque gli tenne dietro, s’ingannò, in » ifcrivendo, che Papa Gregorio II. ( da lui per altro fommamen-» te lodato)fottrafie dall’ubbidienza dell’ Imperadore Roma, l’Ita-»lia, e tutto 1’Occidente. Se il Santo Pontefice aveife voluto, » era finita allora per gl’ Imperadori Greci in Italia; ma a lui ba-» ilo di difendere le ragioni della Chiefa, e la fua propria vita , »ed impedì, che i Popoli Sollevati non paiTaiTero all’elezione di » un altro Imperadore « .Pare però, che il medefimo Muratori in parte ritrattalle quello fuo fentimento al fin dell5 anno 733. ove così fcrive: » Quel tanto dirli da Teofane, e da altri Scrittori Gre-» ci, che l’Italia s’ era fottrata all’ ubbidienza di Leene Ifauro, » non fi dee credere, che fia affatto fenza fondamento. Non