110 Annali d' Italia; effer quel! d una delie più ridicolofe impnfture de’Secoli baibnri , a dimoltrare la di cui Fallita farebbe malamente impiegato il tempo e la parola . Per altro non è improbabile , che in queih tempi Ferrara cominciaiTe a formare i primi lineamenti del fuo corpo , perchè a poco a poco fi andavano feccando»a rifirignendo le (terminate Paludi , che occupavano tutto quel,, che ora è territorio di Ferrara, cagionate dal Po, e da altri Fiumi allora fregolati e fenz’ argini. Ma ficcome vedremo verfo il fine di quefto Secolo in “ragionando deil'Efarcato di Ravenna, nè pur allora Ferrara dovea fare figura alcuna. E nel Concilio Romano dell* Anno 679. forfè intervenne il Vefcovo di Vicoaven^a, ma non di Ferrara . Correndo ['Anno Nono del Regno di Ariberto Re de' Longobardi, Ba-varefe di Nazione , venne la morte a levargli lo fcettro di mano . Fu pofto il fuo cadavero nella Chiefa di San Salvatore , da lui fabbricata fuori della Porta Occidentale di Pavia , ficcome apparirà (a) P.iulus dall’lfcrizione , che porterò più abbailo. ( cz ) Lafciò dopo di sè Diiconui.^ j ue gl0vani Figliuoli Renando } o fia Pertanto, e Godeberto . o ila Gundeberto , che volle egualmente eredi, e fucceflori nel Regno , con averlo divifo in due parti , e afiegnata a ciafcuno la fua . Fece Godeberto la fua refidenza in Pavia, Bertarido in Milano. Nè s’avvide il buon Re , eh’ egli lafciava a i Figliuoli un gran femina-rio di liti, e d’ odj. A Bertaiido primogenito dovette aifjpiacere di mirar uguagliato a sè il Fratello minore, nè mancavano perfone maligne, che accendevano il fuoco. Controverfie ancora dovettero inforgere per gli confini. Però la pazza difcordia entrò torto a fconvolgere gli animi de i due Re Fratelli, con iftudiarfi cadami d’ eiìì d'occupare la parte dell’altro . Dove andaiTe a terminar que-fta funefta divifione , lo vedremo nell’Anno venturo. Secondo i conti del Sigonio , fino a queft’ Anno conduffe i giorni di fua vita Grafolfo Duca del Friuli . Onde egli abbia prefi i fondamenti di tal Cronologia , noi so dire, perchè preifo gli antichi.non ne veggo veftigio. A me in oltre par difficile , eh’elio Grafolfo , quando fof-fe vero , che egli fuccedeife nell’Anno 611. come pare che accenni Paolo Diacono , in quel Ducato, prolungale il fuo vivere fino al preferite Anno 661. E tanto meno farebbe ciò da credere, fe que- llo Grafolfo folle fiato quel medefimo , di cui parlò Romano Efarco (',) D’ Rii- *n una Lettera dappoi citata di fopra all’Anna 590. come parve , beh M>nu- che fiimaiTe il Padre de Rubeis ( b ) : al che io non so acconfenti-:ErL re? perchè in efib Anno 590. quel Grafolfo avea già un Figliuolo Jp'34“' appena10 Gifolfo, e queiti era Duca dei Friuli. Quel che è certo* &Q7