XIV fermano quefto dominio, e poffeffo de’Papi, de’quali fa menzione il Muratóri fteilò, fpecialmente all’ anno 755., ove parlando della donazione fatta dal Re Pippino a S. Pietro, e a’fuoi 'fuccef-» fori, « cioè di Ravenna, Rimini, Pefaro,Fano, Cefena, Sini-» gaglia, Jeii, Forlimpopoli, Forlì, col Caftello Suftubio, Monte-»feitro, Acerragio, Monte di Lucaro, Serra, Cartello di S. Ma-» riano ( forfè S. Marino ) Bobio, ( divedo dall’ altro della Liguria ) »Urbino, Cagli, Luceolo, Gubbio, Comacchio, colla giunta »ancora della Città di Marni, che i Duchi di Spoleti molti anni »prima aveano tolto al Ducato Romano«: Soggiugne non molto dopo, che quantunque non fi può mettere in dubbio la donazione dell’Efarcato, e della Pentapoli, fatta dal Re Pippino alla S. Sedè Romana, con deluderne affatto la iìgnoria de’ Greci Augu-fti, non paja però fin ora concludentemente decifo : » fe avvenif-» fe per conto di Roma, e del fuo Ducato l’ifteffo, e fe Pippino » fi rifervaffe dominio alcuno fopra lo fteffo Efarcato . Or qui fa d’uopo primieramente fapere , che quefta, che di-cefi donazione, dee piuttofto chiamarli reftituzione di que’ luoghi, che poffedeva già molto avanti la Chiefa Romana, a cui gli avea tolti Aftolfo Re de i Longobardi, ficcome può vederli pretto Anaftafio, e altri antichi, e moderni Scrittori nella vita di Stefano II. Secondariamente che Roma, e il fuo Ducato, e 1’Efarca-to. di Ravenna, ed altri luoghi ancora nel tempo di detto Papa apparteneffero al'pieno dominio temporale della Sede Apoftolica, e de i Papi Regnanti; oltre ad altri efteri Autori, l’ ha per indubitato 1’ ifteffo Critico Pagi, il quale all’anno 75 5. §.6. così fcri-ve: » Certum videtur, ab hoc tempore plenam in rebus civilibus » adminiftrationem Pontifices tam RomSe , quam in Exarchatu Ra-» vennatenfi exercuiffe, nifi rebellionum motibus aliquando impe-» direntur «. Nè qui debbo lafciare ciò, che dice l’ifteffo Autore all* anno 796. §. II. facendo molto al noftro calo : » Romani enim an-» no 754. quo Pippinus Exarchatum Ravennse Principi Apollolo-» rum, ejusque Succefforibus concertìt, Conrtantini Copronymi Im-» peratoris haeretici, qui eos adverfus Langobardos defendere non » poterat, dominationem penitus excuffere, & Rempublicam in-» ftituere, cujus Caput Romanus Pontifex, Defenfor vero, ac » Proteftor Pippinus Galliarum Rex difti funt. Hinc quando Ste-» phanus li. in fuis litteris de Aiftulpho Langobardorum Rege, & »de vexatione Urbis Romanae fermonem habet, nusquam memi-». nit Imperatoris, Romanosque Populum fuum appellat «. Il che corta.