Annali d’ Italia. (a) Ribeus H (l- Rzven. lib. /. i Meffi di Pippino co i Deputati delle Città fi portalTero a Pavia, per chiarire davanti al Re Deiiderio i diritti deile parti . Replica iuffeguentemente il Papa le fue iftanze, che Pippino voglia operare in manierada fargli ottenere interamente le Giufìi^ie , affinchè :1 beato Pietro Principe degli Apoiloli, per la reltituzione della cui Luminaria s’era impegnato elio Pippino, glie ne dia una fomma ricompenfa . Quel che è ftrano, confefla il medefimo Piipain ifcri-vendo la Lettera Trentèlima quarta del Codice Carolina alfuddet-to Re , che i Greci non per altro odiavano e perfeguitavano lì Papa, e la Chiefa Romana , fe non per cagione delle lacre Immagi , da loro abborrite , e difefe da Roma. Non ob aliud (fono ie iue parole) ipjì nefandi (fimi nos perfequuntur Gregei, nifi propter JancL m & onkodoxam Fidem , & venerandorum Patrum piam traduionem , quam capiunt deflruere atque conculcare . Qui fon chiamati nefandi ¡fimi i Greci per confolazion de’ Longobardi, che fi veggono anch’effi onorati col medefimo titolo, qualora prendevamo 1 armi con tra de’ Romani . Intanto quando fi voglia ammettere , che oltre all’ acquilo dell’Efarcato Stefano li. Papa , Fratello e PredeceiTore di Papa Paol ) , cominciaiìé ad efercitare un pieno dominio in Roma, con efcludere affatto l’Imperadore : non li sa intendere , come ef-fo Augufìo per quefta da lui creduta ufurpazione non folle forte in collera contra de’ Romani Pontefici-. E pur dalie parole fuddette non apparifce , che Coftantino faceiTe doglianza di ciò , con lafciar confeguentemente dubbio , fe allora il g .verno e dominio di Roma folle quale ora viene fuppofto. Ammettendo poi quello dominio , è ben da maravigliarli , come il Papa rifonda lo ('degno dell’ Imperadore nella fola aiferepanza del culto deile Immagini facre, quando v’ era ancora 1’ ellerfi ritirati i Romani dall’ ubbidienza di lui. Sotto qaeft’ Anno rifenfee Girolamo Rolli ( a ) una Bolla di Papa Paolo , in cui narra, che fu conceduto dal fuo predeceffore Papi Stefano ad Anfcaufo Vefcovo di Forlimpopoli il Moniifero di Sant Ilario di Galliata , o fìa Calligata, iìtuato nella Di cefi di quel Vefcovo nell’ Apennino , di cui vien fatta menzione anche nella Lettera Settantefìma quarta del Codice Carolino , fcritta da Papa Adriano I. Ora efTendo poi venuto a morte eflò Vefcovo, il Pontefice Paolo reftiruifce alla Chiefa di Ravenna quel Moniftero , perchè conofciuto e fiere di ragione della medeiima. La Bolla è data Nonis Februarii Imp. Domno (forfè D. N. cioè Domino , o Dorano no (Irò ) piifsimo Augujìo Confcantino , a Deo coronato , magno Imp er. Anno XL. & Pacis ejus (ivi farà ferii tu P. C. eius, c oè PoJl