728 Libro IV. Capitolo 3. Calisto III. 1455-1458. principale di tutto il movimento, all’arcivescovo di Magonza, dichiarando di non poter credere, che un prelato così intellig* r.;e quale egli era intraprendesse cosa alcuna contro l’autorità fida essendo fissate per ciò pene divine ed umane e commettende-i anche delitto di eresia, osservando, che come principe elettore era prima d’altri in obbligo di difendere quell’autorità e di ampliarla e che se spiriti maligni in forma umana insegnano altrimenti, egli non deve ascoltarli. Lettere simili ricevettero gli vescovi di Colonia e di Treviri.1 II papa mandò inoltre a singoli Stati dell’impero, a Berna ed altre città una serie di lettere giustificative contro i rimproveri fattigli.2 Poiché il Carvajal <>ra troppo occupato in Ungheria, si decise l’invio in Germania d’un nuovo nunzio scegliendosi all’uopo Lorenzo Roverella, egualrr-nte distinto come diplomatico e teologo, al quale il Cardinal Pia -mini diede minute istruzioni sul modo con cui avea da oppoi i al partito antiromano in Germania.8 A tutti questi passi in contrario prese parte zelantissima il Cardinal Piccolomini, che non contento di ciò si mise personalnv in campo con una serie di lettere, delle quali hanno ottenuto una certa celebrità quelle a Martino Mair. Questo vale in particolare per quella lettera, che più tardi ebbe il titolo, rispondente sole a una piccola parte: delle condizioni, sito e costumi di Germe . Ivi il Piccolomini si sforza in ogni guisa a giustificare la conci 'a della Santa Sede ed a provare dalla felicità e benessere della Germania quanto fossero infondati i lamenti del Mair sulle estorci ni esercitate da Roma. A tal fine egli delinea una pittura molto p- -spicua delle condizioni politiche, scientifiche, spirituali e morali 1 popolo tedesco alla metà del secolo XV, un quadro di civiltà, che in seguito spesse volte è stato letto con trasporto patriottico.4 L’av"-logia di Enea Silvio, dice uno scrittore francese, somiglia fo • troppo a quella di quell’antico romano, il quale all’accusa di avere malamente impiegato il pubblico denaro, rispose proponendo che s’andasse al Campidoglio a ringraziare gli dei per le vittorie da lui * Raynat.d 1457, n. 49 (l’inizio è omesso; la data manca anche ln I hrev. 7; probabilmente in lettera è del 23 dicembre 1457, coinè quella clie '.•■■■ cede nel manoscritto) e 50 (Liber brcv. : « I). u. *. » = 12 dicembre 1457). B‘ mann 429. La lettera del papa a Giovanni