Libro IV. Capitolo 4 Calino III ll.'&llà* iti unge l'inviato, non efebi forra di rispondergli. Cosi, mi« Uluiti* signore, è morto il più «aggio, perfetto, dotto e santo prelato eh. averne a’ di nostri la Chiesa di Dio. Tutta la vita mia era drd caia alla esaltazione della Chiesa romana. Egli era la colonna della pace d’Italia e uno specchio di pietà e d’ogni santità. TttU credevano cosa certa di poter presto venerarlo pontefice prrrh. tutti i partiti erano d’accordo sulla sua elezione. Kd ora pieni di dolore dobbiamo assistere ai funerali di quest'uomo. Cosi vann» le cose del mondo! Cosi viene delusa ogni speranza! Con qu*»-. parole l'inviato chiude il dispaccio suo, scritto un'ora dopo 1» morte del Capranica.1 dai cui tratti quasi sbiaditi ci paria qua* direttamente al sentimento il cuore che fortemente batte d<-sc ritto re. I resti mortali del grand'uomo furono molto convenientemrnt* deposti in vicinanza del sepolcro di santa Caterina da Sim* a S. Maria sopra Minerva:1 11 due immortali figure d'eroi, i cu. cuori hanno fino all'ultimo battuto con caldo ed attivo entusiaan. per la Chiesa e pel papato, aspettano il giorno della riMiimtiocv II profondo dolore dei Romani per la morte del CapranifA ' era ben giustificato. Di tutti i cardinali del secolo dell* rinascenza soli Albergati, Cesarini e Carvajal possono confrontar*« col Capranica. Precisamente nelle circostanze del momento la su* improvvisa morte fu per la Chiesa la perdita più grave a pm sarai. Due giorni dopo cominciò il conclave, dal quale usci papa il Cardinal Piccoiomini egualmente distinto come uomo di Stato r scrittore e che un tempo fu segretario del Cardinal di Fermo • V. il Mo *•». «W Iraapo di l*a.4o II «Tr Hrm+rrttm+t Kmmu III 1 SO All Hi* U Tm* I. «K |l< arata aaarr ir la TWi, l 1* I.'kMrTtakNM» «rp>4rralr. rbr rrtrtw* |» 12 l««a«fc«l