230 Libro II. Capitolo 1. Martino V. 1417-14.11. di inviati presenti al concilio sono piene di elogi per l’amabile trattamento usato dal papa. Pareva quindi che questo nobile romano riunisse tutte le doti per nuovamente rappresentare con forza « dignità la Chiesa universale.1 La cristianità avrebbe potuto abbandonarsi a unanime leti.a per l’elezione di Martino V, se questi avesse poi energicamente messo mano alla causa della riforma ecclesiastica connessa a vero dire con somme difficoltà, ma le stesse regole della Cancelleria redatte subito dopo la mia elezione fecero capire che sotto que- o rispetto poco era da aspettarsi da lui, perchè contenevano ancora tutto ciò che sino allora nel concilio era stato designato alccor,-abusi nella Corte romana. I/e particolari prescrizioni riformative più tardi emanate in compenso della invocata riforma generai* bastavano al bisogno sì poco come i concordati conchiusi col Tedeschi. Italiani. Francesi, Spagnuoli ed Inglesi, sebbene arm *-«ero qualche miglioramento.’ Avanti tutto 11 papa vi promett- a di eleggere per quanto possibile i cardinali da tutte le parti de!k cristianità cooperandovi efficacemente il Sacro Collegio, di elevar« n tale dignità soltanto persone degne e convenientemente istruì ■ e ciò in numero al massimo di 2-1 a 26. Le riserve, le aspettati' le annate, gli appelli a Roma e le dispense venivano alquanto limitate, ed abolite le commende coll’eccezione, che solamente a cardinali e patriarchi potesse darsi in commenda un beneficio.* Il risultato non rispose per nulla alla febbrile aspettazione degli amici della riforma, nè rispondeva ai bisogni reali. Si er* sdegnati più di tutto perchè non furono tolte, anzi in gran par' nuovamente imposte le annate, che venivano sentite come ir grave peso. Ma intanto donde il papa doveva vivere e trarre spese del governo della Chiesa? Gli stessi più accaniti avversar della Santa Sede hanno riconosciuto che non era possibile rinut > Ofir. Aacniucn 11, 800 ; fona In Slnmtbtiryrr studi** ri&H) II. W; «Urj.uKovit « III. 0.29; SofrwoTt II. Sii Sulla famiglia ('«lesina cfr. Utt> f. 55; A. Corri. \tmutrie w.: Renimi, fíritrifr V, Sa*., 390**. ** T Wtntxru In Otìll, Ori. Amjr. 1S58, n.,~» 1<«'J . Omjjt>ow*ki. Knm. 1*. 9»* Iti»*. |Wf rutimna 1. Lrlpctj; 1912. 7 iw. rurlndtA nut I’“1'* rh»inlBr‘ rln> lo una * Intiera al «*'srn*tario «Wla città di 8tr»«burao In data «U t'wrtat»*» [141?| 17 novcmhrr Knrtm KUbt dkv< di Martino V: * Po*t iìum tuimm?!»* •cu» aon bibU (111 de rtoo mro quad rtt FMImi >. OH Binai»' npll'Arc bivio civico di Strasburgo .4 1. 166. 1 V«dl Schwab 1182*170 «* Hfmi 42 ss.; Wowcnatorv, Krítrrbuufr» 27 «st. : VAioli». /Yaywa/H/i»«- Humrtioa il, ! ■**'. ; Tb*»i u». CtmmrM I. IBS»* Cfr. V. os U fucm 434a • la XtU*ekr. 41 Qrinni IV. 1 **.. 375 In IV. «0 sa. V&Lota tratta iMI'ituttlamiili) Mia Francia vrrw l'ntedoo* di Mar Uno V. Sulle variabili rclaiM *>11« Nmla ron Martino V rfr. Bnjfr 21 * V. par» NItscmmaxk. Ole FlrUmm/j Morii** 1’ rum /k-sf*r*r» Rillrrurdr» m dir (irrmj. poi» >'rs9«i K&oicatvrs ISSI • Ciftr. v. KnTMA.'O, Forte*mmiftn ]. lisa; lì. 5ss.