7* Lil»r» I. Capitolo 1 I papi in Avignone. I80&-1378. stesso Petrarca anzi che nel patrio suolo italiano preferì dimorare per molti anni nella cattività di Babilonia da lui sì spietatamente condannata, dove era trattenuto dalla comodità e da motivi d’interesse per la ricerca di prebende, laddove i papi erano legati alla loro residenza in Francia da tanti vincoli difficili a sciogliersi. Se pertanto si deve assolutamente contestare al Petrarca 11 diritto di mostrare la sua morale indignazione contro la Curia avi-gnonese, ed attenuare senza dubbio in molti punti le dipinture che egli fa della corruzione di quel luogo, la critica amante del vero non può tuttavia negare che nella Corte pontifìcia trasferita sulle sponde del Rodano s’infiltrasse in una maniera deplorevole lo spirito di mondanità e di tempo in tempo si sviluppasse un lusso eccessivo. In conferma del qual fatto doloroso si possono addurre testimonianze ben più degne di fede che non le descrizioni ret-toriche del poeta italiano.’ Si dovrebbe solo essere tanto giusti da tener conto, oltre il resto, anche della circostanza che con l’affluire di migliaia e migliaia di persone in quella piccola città di provincia, elevata d’un tratto a capitale del mondo, dovevano troppo bruscamente risaltare tutti i lati deboli, che sono proprii dei luoghi assai popolati.* Per quanto sia profonda l'impressione prodotta dalle violente querele degli esacerbati contemporanei sulla corruttela d’Avignone.* d’altra parte quest’epoca mastra anche consolanti manifestazioni della vita ecclesiastica, le quali, com’è naturale, fanno poco risalto nella tradizione storica, perchè di preferenza il loro campo fu la solitudine e la quiete. Anche in quel periodo agitato non mancarono alla Chiesa santi, nei quali rifulse lo spirito del cristianesimo e del suo divin fondatore. Persino > (iluiltlio t Vomit 1*. S3 II. JtrortV. Die tt'rllan*ckam*mo Pttrmrrat (Pmuu. Jahrft ISS2. XLIX 570) ilW M-ni'altro: «In poittira II Prtrarra rf» tm hmlMtlrnt. StmiU- sithtUlo (ironutwiano Htt.no. I'Erts«« <2H|-3*2k. liv n «t 11. 421*. 450) «• Httrfoll (Milk. * (tr «iwwlalmrnte Ir ttrwrttbml «11 At.vtao Pruw. a«at brat* lnf«r-mat.» 'ti llv !■.««• tl'ArlxnoiM". In tin lii«e>> (II. 4*) qtievto «tlllon' aaul drtnto at l»lM «14«-»* r « Lupl sum •lamlttanti'« In rorli-»ta: pawuntnr «aiunitt*; anlma unln «»rum In «anitthw- wt *. Cfr. I'»mh /’ora4 XXVII. Hrl In«... «Vila t'nilr aviiwrnw nrrtilrawnt«» trattft col la «tmpatla drib* «todlow ib'll'artp U Mt’xt* In Krr 4. qursl. kit I. LXVI. 5 m, 37** «a. 1*1 «1 armtna imrv alia U'Wllrrni« drl popl. IV II law «tltnppit« »otto tart I rapportl fi«w •Iraonllnarlamralr rmixlr l'amiwttn aarbt* II M(’: eft. «npratuttn 3S4««. Cfr. attrttr M«ut W*»». * KiWim 1. 130 * In-I rrwto b«W *ha dobhlo rhr Intrano *1 wrrfcrnW* UK irtln £ir»li*io •ttllV|H>ra atilBotrar ■M'lla |alt1 fait* l «Tool»tl Hallanl V, Bui Hit. 10. 14. is. 9». 21 ; cfr. (Inmutr. Uman rl fapr» 79 Sul!r fnrtl wmw wUntlr *l tweiw.). ml JwrtMln rfr. S*m * rva arlta H-m Q««rt«Mr XX (IB»*», Gwrh 133 m.. do*» rrMnato tHottr alia mSura W raamtiiati r nan dmUtnitf immltmilcal tWBo hnntatd.