Condizioni di Koiua al ritorno di Martino V. 225 t:?:a >. La capitale del mondo era divenuta una ruina e presenta una vista oltremodo triste: da qualunque parte si volgesse k> !.(fuardo, apparivano ruderi, decadenza e povertà. La guerra, la fame e le malattie avevano decimato e ridotto alla estrema nsiieria gli abitanti. Dei ladroni compivano giorno e notte il loro ratiere nelle luride strade dominate dalle alte torri delle famiglie > li e ingombre di macerie. La miseria universale era tanto grande, che persino nella festa dei santi Pietro e Paolo del 1414 t.*o *’t*ra potuto accendere alcuna lampada alla confessione del Principe degli apostoli!* Più d’un ecclesiastico, come riferisce un cronista, non aveva nè cibo, nè vesti. Di qui possiamo fare un’induzione sul compassionevole stato delle altre classi della popolazione. Li città, in cui abitavano questi poveri, era un grande campo di ruine, nel quale s’annidavano le miserabili dimore. Ovunque tedevansi mucchi di rovine coperte di alta erba e di folti cespugli ; Mie parti più basse della città s’erano formate delle paludi, donde *S>ri|?ionavan»i velenosi miasmi pestilenziali. La regione del Late-nwo, in seguito alla desolazione e allo spopolamento era diventata cmì malsana, che nell’estate i monaci di S. Croce in Gerusalemme ammalavano tutti di febbre.3 Molti dei monumenti sopravvissuti alamità del periodo avignonese erano ruinati nell’orribile periodo dello scisma. Castel S. Angelo aveva gravemente sofferto !* • lotte svoltesi durante lo scisma e il Colosseo v’avea rimesso •fi* archi di fronte al Palatino e al Celio. Una parte del Palatino ««"viva da pascolo per cavalli e capre, mentre nel Foro pascolavano le vacche. Con incredibile barbarie s’era inferocito contro tu?ti i resti deU'antichità. Manuele Crisolora, trovandosi in Roma ver«o la fine del secolo XIV. scrisse al suo imperatore a Costanti-*hj}>o1ì, thè non v’era più in piedi quasi alcun’opera di scultura •»'lira, che esse erano state adoperate per farne scale, soglie di c*-a. pietre per muri, mangiatoie per animali: non esservi che 1 colossi dei Dioscuri, ai quali egli potesse accennare siccome opere d Fidia e di Prassitele: le più fortunate essere le opere plastiche Tacenti nascoste sotto le macerie e gli sterpi. In realtà, come ci h »apere l’umanista Cencio de’ Rustici, le statue che si trova- * v