litar uni» di JUtrrbogk intorno alla riforma. 401 ¡txJejro. intende alzare la sua voce al grido invocante riforma e decadere in vastissima cerchia la cognizione che essa è neces-•ari«. l>al tempo dei sinodi di Siena, Costanza e Basilea la criticità ha operato in una riforma, perchè quelle assemblee fu-rooo convocate a tale scopo, ma la cosa è rimasta senza successo per opera del nemico della pace. Deploriamo, prosegue Giacomo, chr. dopo la pubblicazione di tanti decreti, l'utile sia poco o anzi • j lo in quanto che gli antichi mali crescono con novella vigorìa. Ma poiché ora è stato eliminato il fatale scisma e ristabilita l'unita (iella Chiesa, i primieri desiderii e speranze ritornano. Ed a chi mai può alzarsi la voce meglio che a colui, il quale siede suila cátedra di Pietro, occupa la suprema dignità apostolica ed è fuñico vicario di Cristo? Si ha bensì una enorme quantità di attataritsimi decreti e canoni, ma lieve ¿ il numero di coloro, che T> •> attengono; non occorrono nuove disposizioni, ma è neces-*»r.a ¡ '«servanza di quelle che esistono: ottener questa è dovere d»l papa. Indi l'autore abbozza con grande libertà un quadro dei mali Chiesa e ricorda al papa, che ha avuto il potere non per dutrutrgere. 8) invece per edificare, ma ciò facendo «gli ha meno h » ni papa Niccolò V allora regnante, che non piuttosto l'età trK*d«nte alla cui autorità molto teneva e dal quale furono anche «ppewati parecchi de' suoi scritti. ' che non piuttosto l'età prece* 1 'U» <1 intra»tra |»*CM a < AW«*» I. 2Bi. * la»« ri» MrrulA V inwoinM »■»*■ utrrv di i il at-omo «ti Jnti-rWV HA rbr «I rvartadrra dalla f»*a » »» - rt