Inlrmltuione. il Valla, in cui iti propugna la legittimità della Santa Sede alla signoria civile.* Soltanto le recenti indagini hanno fatto vedere quale indosso abbia esercitato anche più tardi, al tempo di Alessandro VI, di Giulio II e di Leone X, lo scritto del Valla.* Purtroppo non conosciamo che di titolo un trattato del Cardinal Bernardino de Carvajal. che si rivolgeva contro il libello del Valla. ' L’arditezza, con cui nel suo dialogo « de voluptate • il Valla asnal) la morale cristiana, fu superata di molto da Antonio Becca-DELLl Panormita (f 1471).* I^a sua raccolta epigrammatica « Ermafrodito », per quanto ne sia ripugnante l’oggetto, merita sia illustrata, perchè qui ai rivela in tutta la sua mostruosità lo spirito dei falso rinascimento. Quest'opera faceva penetrare lo sguardo entro un «abisso di dissolutezza », ma l'adornava «coi più bei fiori della poesia».* I più sordidi vizi dell’antichità pagana, vizi, i cui nomi il cristiano pronunzia a malincuore, vi erano apertamente glorificati. (ìli agili versi del poeta scherzavano colle peggiori dissolutezze di sensualità ributtante, come se si fosse trattato delle cose più innocenti. E Beccadelli fu superilo della sua vituperevole produzione, la difese appellandosi agli antichi poeti e con disprezzo di commiserazione si espresse sui custodi della morale, che non voleano riconoscere nell’ • Ermafrodito » una produzione di lieto estro [«»etico e di scherzo geniale.* Cosimo de’ Medici accettò la dedica di questo ripugnante scrìtto, che. come provano i numerosi codici esistenti nelle biblioteche italiane, trovò troppo larga diffusione.: > * t ijuul |«|b («arali irnpunNIxn futra I. ValUiu la n •|uam («HI «Ir nwMIU «faaallcaw t'uMtaliai i (è illrrlta al l»|« ■ «ti*ra>ta natUv Valla : I XI A4 Co* Mi arila lllbllotrra rapltoiarr 41 I.orca » ffr I Imputtanir iHwwneatiw «M CIa*. l a frallalitla atri a Primrip* » al fratta 4t X. UirakrrOi Marta ftateaMhl |TU1«« imi». 1S «. • Vr.ll Himuwa. Ita» fjrtn a. 4tr ptlUimré tmràliràr II irlMalrtl 4r» Karltmal» H 4» Cmrrajml i Hnrlìn I "K• |x 11« • Sul ttrrvattriti rfr ma Votar. * •WorWbtaM I*. V«* ma, ||>. iTìl F. IU «ansa, fmttrièmll atta *tarM tl«)T « rrtlrt 4i A. Il, tPalrnao imSi. tl» rnn< in». Humtatst la film. *1 4. fcli Uml V. ISBa. a M. t W,«n gir rarfrlft i|> l|«U 1SM) A. *Y»«J|-|3M r K V»lc*n*l. IV* liti, tenl, 4t 4. 0» Anaia ISUT ; SuaiN». I.rll tmr4. 4rl |>a«raatla all Irti »#«* rr 1« SM*M artmlalr VI. I. mr a arar ma—a tra «In»! —u’/>aia M*l» : al a |aarv. IV taala t*|n. » VdKit i*. in. • Vmm lar rtt. Cfr I «tvrffaì <» Ibi IMI. Mrar* Ut I. 330. iaJBi Honni ^PT. lìaiut. / «llrr»»ar*r«rta II. t*r. IVci*«aa Ira»*a 3»*. Í«; Xeno |. Sta«. I«ntt«» I«#; W,a»r far. (IL T4*. *4»; Stai««**. *»a |. *C» K Vdm. Pannai K» • Jt^rmar« lai. tìaarUa» «fa Vrrcaa* mi Aalnaw tMfW hritraa fa li MlMHI»t lS»a*> tisi a «a traroaa laaa ¡mrb árür*A «a aiata*»! XXIII) *n»«f-a || «faaUr*ta «M favai*' * Atra IU«. acuì |> Ub IV