306 Libro II. Capitolo 2. Kugenio IV. 1431-1447. Una volta avvenuto l’imprigionamento del Vitelleschi, il pa: a dipendente dai Fiorentini non potè disapprovarlo, anzi il Rido venne promosso ad alti onori. Pare però che non siano state trovate le prove di piani felloneschi del cardinale, perchè ripetuv volte in brevi posteriori egli viene qualificato come figlio dileti In un breve a quei di Cometo la cattura di lui è presentata siccon •• casuale conseguenza di discordie fra Vitelleschi e Rido e poi c freddezza burocratica si menziona la nomina dello Scarampo a legato: il documento non contiene una parola d’accusa contro Vitelleschi, indicato, al pari di Rido, come figlio diletto. Anzi un passo del medesimo sembra contraddire all’affermazione, che V telleschi abbia inteso fondare uno stato suo proprio.1 Scarampo era un principe della Chiesa dagli stessi sentimeli-mondani del suo sfortunato predecessore. Già medico — e come tale avrebbe guarito Eugenio IV da un’infermità —, indi militare sotto Vitelleschi, si volse poi alla carriera ecclesiastica, diventando arcivescovo di Firenze, patriarca d’Aquileia ed anche cardinn • poco dopo la sua nomina a successore del Vitelleschi (1* luglio 1440).’ Con lui ricevette il cappello rosso Pietro Barbo, figlio di Niccolò Barbo e di Polissena Condulmaro, sorella di Eugenio IV. Barbo amava sommamente lo sfarzo, era molto liberale, buon conoscitore del diritto canonico e protettore degli umanisti. Con passione egli raccoglieva antiche monete e gemme;* qui toccando-s collo Scarampo, che egualmente faceva raccolta d’antichità. ‘ Eziandio per altri capi i due cardinali erano gelosi rivali. Per ci< che spetta il tìsico difficilmente poteva immaginarsi contrasto maggiore di quello tra Barbo e Scarampo: uomo grande e bello il » V. in Am> n. 21 II tenore del breve 3 aprile 1440. che td cotwcrv» i» l'Archlvlo <11 Oorneto. Cfr. anrhe A|»p. n. 21a. e Piszi IV. 38« V» • lire ve dello stesso tenore fu indirizzato alia stessa data a Monton**»*"* (Archivio ivi); vedi Purzt in .4re*, d. Sor. Rom. XXXI (1908). 372. n 2 Anci* neiraltomziime tenuta «Ini papa atrtl Inviati di Viterbo PII aprii«. «(Il * espressi' nei medesimo senso su personale inimicizia fra Vitelli-»-hi e Ili ’ «ime causti della curve razione. Pptn loc. dt. a «Vr. ClACONtVS II. »19*.; Eoos III-IV. 13»#.; Rwmo.vr III 1. 488*. : niche Anconil. ed. Ol.»v«nn I. 166: Fa t .rosi 473 **.; Garampi. Urntelr. App 93 ss.; Marini. .4rvkialri I, 143; Voon, 183; Gomoi, Cam. Ap. 38»».; Vox"* ri. 2B3 ss. e F. Cauctmjcu. VoHjìc di alcune celebri promoriohi «- »pccéalm>*!-di quella del card. L. Scarampo In F.ffcm. lell. di Roma I Ritma 1822) VI1L 29 w. L. Ilrazoi.i. It card. L. Scarampo. Padova 1901; Maxccti in .4ir*. ita!. LXXVIII, 2 (1920). 224 s. Sull'arma di Scarampo v. .4re» d. Soc R-- XIX. 405. » Cfr. il nostro voi. II*. libro II. 1 In principio. V. anche GdRAt:p 362* ed E. Hersicb, Un ¡/rande cardinali del rinascimento linciIore dei Turchi •'* l/ore Egeo, in FanfuUa della Domenica 21 luglio 1912. « Mt'vr*. l'rfatnteurt 4«».. 108. 128 e Le» .4rt* II. 177.