Moti ereticali. continue persecuzioni, si erano largamente diffuse. Nell’ultimo terzo del secolo XIV, appunto nel tempo infelice dello scisma, questo movimento giunse in Germania all’apogeo. Non solo nella Germania meridionale e nei paesi del Reno — i due principali focolari dell’opposizione ereticale nel medio evo — una gran parte della pò; lazione era stata guadagnata alle dottrine valdesi, ma queste er ; io penetrate anche nel Nord e nelle più lontane parti orientali dell'impero; nella Turingia, nella marca di Brandenburg, in Boemi i, Moravia, Slesia, Pomerania, Prussia e Polonia vi si trovavi in quel tempo delle comunità valdesi.1 Quanto sul principio de i’ultimo decennio del secolo XIV i Valdesi già fossero numerosi nei paesi austriaci, lo dimostra fra l’altro il fatto che avevano m meno di dodici presidenti o maestri.2 Nella Germania meridionale le cose erano già arrivate a tal punto, che il frate celestino Pie ro da Monaco, nominato inquisitore per il vescovado di Passi . ia circa l’anno 1390, si vide in pericolo di morte e implorò l’aiuto de! braccio secolare contro gli eretici minaccianti stragi e saccheggi. Nè migliori apparivano le condizioni del vicino vescovado di Uatisbona.3 Ancora troppo scarse sono le indagini fatte sui sentimenti rivoluzionarli avversi alla Chiesa ed al clero sotto varii rispetti profondamente decaduto, che in parecchi luoghi della Germania si erano impadroniti delle masse popolari. Fatto si è che si feraro sentire voci proclamanti un aperto distacco dalla Chiesa e, in stretto rapporto con questo, una rivoluzione sociale. Una cronaca di Magonza riferisce all’anno 1401, che quanto da lungo tempo era nella bocca di tutti allora era diventato la parola d’or-dme: «si devono battere i preti!».4 A quali aberrazioni portasse l’opposizione degli eretici, lo di-mi-tra la setta panteistica del libero pensiero allora risorta in diversi luoghi della Germania. Dai processi contro un seguace di questa setta tenuti in Eichstätt nell’anno 1381 e pubblicati recentemente,5 appare manifesto il grave pericolo che per questo lato («1. Hardt 25) e Zaccaria Trevisano nella sua * Oratio habita ad Grego-rium. XII (1407) nel Cod. lat. XIV-CCXCIII e XI-LXTII della Bi,bl. Mar-cll|na a Venezia. 1 H. Haupt 17 s., 21-22; F. Falk, Waldcnsertum in Mainz zu Ende des H. •t'ihrh.' nel Katholik 1903, II, 262 ss.; H. Boemer, Die Waldenser von Zwickau Uli" Umgegend, in N. Archiv f. sächs. Gesch. u. Altertumskunde XXXVI (1915), : H. Weigel, Ein Waldenser oerhör in Rothenburg i. ■!. 1394, in Beitr. ~ '“Dir. Kirchengesch. XXIII (1917), 81 ss. 2 Ofr. G. K. Friess, Patarener, Begharden und Waldenser in Oesterreich ""Im-nd des Mittelalters in Oesterr. Yiertelijahrsschrift f. kath. Theologie ,,s,2) XI, 242, 257ss.; v. anche Dolxingee, Sektengesch. II, 367 ßs. 3 Haupt, Ein Beghardenprozess in Eichstätt vom Jahre 1381 in Zeitschr. U,r Kirchengesch. V, 488. * Chroniken der deutschen Städte XVIII, 240. Haupt 52-54. I>a H. Haupt, Ein Beghardenprozess ece. loc. eit., dal quäle 6 tolto quasi • lettera quanto 6 sopra.