219 stato (1). Dopo la rigida pena inflitta alla città ribelle, la caccia selvaggia contro l’ispiratore della rivolta e i suoi gregari. Sorpresi dalla violenza della reazione e amareggiati dell’insuccesso, essi mai erano usciti dal loro primo rifugio. Una scena orrenda concludeva il dramma nell’isola di Vigilia. La feroce condanna riservata alla persona di Obelerio sanciva l’irrevocabile fine di un’età, si che non si avesse più a riparlare (2). Il macabro pellegrinaggio della spoglia mortale del forte lottatore, traverso i luoghi, che erano stati teatro delle sue gesta, da Vigilia a Malamocco, al margine di S. Martino sulla limitrofa terraferma, un tempo percorsi tra splendori di gloria, era l’ultimo viatico offerto a un’idea nella persona del suo autore (3). Nessuno si corruccio allo spettacolo del mozzo capo, esposto a ludibrio e ammonimento, se non chi forse dovette pagare il fio delle colpe altrui : nessuno si commosse e tanto meno protestò. La sterile avventura toccava l’epilogo, lasciando dietro sè lagrime e rovine, ma nessun germe di passione, perchè era rivissuta sopra ideali effimeri. 5. — La concordia di amici e oppositori del governo particiaco nella difesa del supremo interesse dello stato, nella quale tutti erano unanimi, non sopprimeva le censure e gli astiosi dissensi personali e di metodo, contro la persona del duca. Entro l’ambito e nella cerchia della politica particiaca, non fuori di essa, anche se contro di essa. Gli autori di congiure si reclutavano tra i seguaci del duca, tra gli esponenti più aristocratici, tra i partecipi più prossimi all’attività di governo, diretti e ispirati dal tribuno Caroso, abbastanza intimo della famiglia particiaca, od almeno del predecessore dell’attuale capo (4). Con lui stavano (1) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 110: exercitus vero, qui suo seniori fidem servabant, Metamaucensem insulam expugnantes, prorsus incenderunt. (2) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 110: tunc domntis Iohannes dux ite-rum preparami exercitum, cum quo veniens Vigiliam civitatem expugnavit, et, capto Obelierio, decolare eum iussit. (3) Iohan. Diac., Chronicon cit., p. 110: cuius caput ad Metamaucensem insulam delatum in sabbati sancii die iuxta S. Martini marginem suspensum est. (4) Caroso, tribuno, fu presente alla stesura del testamento del duca Giustiniano e sottoscrisse, quale teste, come tribuno e primato (Gloria, Cod. dipi, pad., I, 15 ; Documenti cit., I, 99). Per la famiglia dei Caroso cfr. Origo cit., 136, 137, 143, 144, 155, 158.