Trattative per la riforma al concilio di Costanza. 211 Dalia rinunzia di Gregorio XII all’elezione di Martino V la Sede Apostolica fu vacante ed il governo della Chiesa fu tenuto dal concilio nuovamente convocato e autorizzato dal legittimo papa prima della sua rinunzia.1 Dopo la condanna e abbruciamento di Giovanni Hus (6 luglio 1415), che pertinacemente si mantenne fermo nella sua dottrina avvertente ogni ordinamento civile ed ecclesiastico, l’atten-iì-ine delle trattative fu attirata principalmente sul terzo punto dei j. nde programma conciliare, sulla riforma della Chiesa nel capo r nelle membra. La grande maggioranza dei padri radunati a Costanza era tutta à’un solo parere circa la necessità d’una riforma. « Quanto sia necessaria ed utile una riforma della Chiesa militante», proclamava allora un teologo, «se lo sa il mondo intiera. lo sa il clero, lo sa tutto il popolo cristiano. L’invoca il cielo, lo } Mano gli elementi, lo grida il sangue saliente al cielo delle vitti'ie che ogni giorno periscono. Con esse sono già costrette al medesimo grido le stesse pietre».2 Ma quanto all’estensione e alla natura della riforma i membri del concilio non erano nè in chiaro, ne uniti. Non vi fu difetto di proposte di miglioramenti e special-menti d’abbozzi per la riforma della Curia, ma fra essi ne sono dei poco utilizzabili.8 In generale quanto più s’andò studiando i particolari della riforma, tanto più chiare spiccarono le infinite difficoltà, le quali fecero sì che da questo lato i lavori del concilio f<’!" ro in conclusione accompagnati da cotanto meschino successo. Doveva riuscire fatale, specialmente il fatto, che al numero prevalente dei partecipanti al concilio più stesse a cuore la riforma del capo che quella delle membra.4 Gli scritti di quel tempo mostrano in modo lampante quale profonda avversione si fosse diffusa contro l’alto clero. Di quest’umore erano non soltanto i laici, ma anche il clero basso, come provano innumerevoli prediche, molto coraggiose e in parte anzi addirittura rivoluzionarie, che monaci ed ecclesiastici inferiori tennero a Costanza.5 I cardinali in ispecie erano oltremodo odiati 1 II concilio confermò il Cardinal Isolani come vicario temporale e spirl-‘li Koma. Cfr. .4rch. il. Soc. Rotn. III. 403. Su jnonetc iM questo tempo M muco« (57 ss. Matt. Koemx appo Waixh II, 34-Só. I mali ecclesiastici d'allora furono «Writa pel modo piò acerbo da Dncnucn Vbte; v. Fimo In IIi»t. Jahrb. Vili, 464. • J Coat giudica Zimmebmajtn 44. * Cfr. H.uxek I. 12 ss., che dft il semente giudizio : piò tardi Niccolò di 1 come cardinale legato jn due anni ha fatto per la riforma i»iò che il '’«•ilio di Basilea « nei quasi sei anni, durante i ipiali fu in flore ». p. in. 3 Zimmkkman.n 25>. <'fr. Fraxz. A'¡le. ¿lagni 12S. Sulle prediche e disiarsi !‘iiuti a Costanza v. il 2° volume de£li Acla f'onc. Conni. (Kon:il*lagchùchcr. •',,r»ionct, Kcform.-und V0rfo*»ung*akten) di Fixke, edito in società con J Hou_sst>.ixkk, Mlinster 11KJ3. uscito (durante la 8tam|>a del presente. A ra-