io»; Libro I. Capitolo 1. I papi in Avignone. 1305-1376. partigiani dei papi, come Bertrando di Alidosio, il vicario apostolico d’Imola, e Rodolfo da Varano, si unirono agli insorti.1 Frattanto i Fiorentini, non contenti di questo, si adopravano incessantemente per indurre alla defezione le poche città, che ancora erano avverse alla rivolta. Dove non conseguivano l’intento con lettere ed emissari, non si peritavano di ricorrere anche a mezzi violenti.3 Grande fu in Avignone lo sbigottimento. Gregorio XI, uomo per natura pauroso, fu scosso profondamente dalle tristi notizie, che giungevano dall’Italia.3 Fu per lui una nuova scossa terribile, quando i Fiorentini riuscirono a mettere in rivolta anche la potente Bologna, la «perla della Romagna».4 Gregorio XI, di fronte all’impronto procedere dei suoi nemici, credette arrivato il tempo, in cui anche un papa amante della pace dovesse pensare seriamente alla violenza e alla guerra. Quindi intervenne la sentenza, che, come portavano con sè i tempi, fu dura e terribile e, sotto varii rispetti, senza dubbio troppo severa. I cittadini di Firenze furono scomunicati, la città fu posta sotto l’interdetto, Firenze, i suoi averi e i suoi abitanti dichiarati proscritti.5 E per opporre forza a forza, nel maggio 1376, Gregorio XI i SudENiiEiM 302-303. Cfr. A. Sassi, Storia del comune di Spoleto (Fol:-gmr 1879) I, 154: Cronaca ili Fr. ili Amìrea 57ss.; Spidl. Vatic. (Roma 1890) I. 4.1, 45. Mi hot 83; Axtonkli.i nell’.i rcft. il. Soc. /{uni. XXXI, 144sS.; SroX'>-kkixi, Viterbo nella ut orla della Chiesa I, Viterbo 1907-08, 424 ss. Nell’agosto 1375 Gregorio XI aveva trinato che anche Lucca aderisse ai nemici della Chiesa; cfr. la sua ‘lettera a Lucca neU’App. n. 3, secondo l'originale del-l’Archlvio di Lucca. Ghkkariii loe. eit. V, 2. 58, Cfr. A,pp. n. 5: ‘Gregorio XI ad Osmi". 1377. 12 febbr. ¡Archivio di O s i in o. a Cfr. la relazione di Cristoforo da Piacenza da Avignone 21 dicembri' 1375. in Ardi, utor. Hai. 5* serie XLIII, 82 s. ■i Alla defezione di Bologna si riporta la * Invectiva contra Bcmonicnse». qui- rcheltarunt se eeclesiae. Coit. SUI. t. 187«-188b della Biblioteca di Corte di Vienna. «Recordare Bononia », vi si legge, «quid acciderit tibl, intuere et resplee opprobrium tuum magnimi. O quantum facinus coni inibisti et in quanto tuam gloriali! super omnes totius seeuli nationes magnifica in vituperio posili irti » ; e in altro luogo: «Tu nosti, si bene considera-, quam snave eit iugiiiu eeclesiae et Ievisslmum onus eius». Dei Fiorentini invece l'autore di questa invettiva, di rigidi sentimenti papali, dice: « Ip>i vero servitntis arborem plantaverunt,