Martino V e la riforma della Chiesa. ¿¿1 ir. mpletamente a queste entrate: finattantochè per altra via non deserò e mettessero a disposizione del papa sussidii de-tfrn .’.ati e regolari bastanti a coprire le enormi spese del go-.«■m > e dell’amministrazione, necessariamente queste dovevano c-rUrt- sulle fonti di proventi avutesi fino allora, ogni diminuzione ci» !.. quali doveva condurre a perturbazioni nell’organizzazione i«.t> ittica.1 Quanto fosse triste proprio a Costanza la situazione • ,t- ¡aria di Martino V risulta chiaro dal fatto, che la Camera dovette fare con un suo soggetto un prestito di mille fiorini ih }-?r le solennità dell’incoronazione. Il riordinamento della Ca-tt» : apostolica subito intrapreso da Martino V era pertanto necessario. * Inoltre vanno prese in considerazione le straordinarie difficoltà che conterò al papa dalle varie e pareggiatisi richieste delle sin-tolc nazioni e ceti. Non potevasi in un colpo solo cambiare conditami di cose, che si erano sviluppate nel corso dei secoli.1 Aggiungi eh« una riforma profonda della Chiesa avrebbe avuto come conse-r*nza la permanenza di anni a Costanza, contro la quale però «*a\ano le più gravi ragioni. Un semplice e affrettato sguardo »alfe cose italiane mostra che se il papa non voleva perdervi tutto il terreno sotto i piedi, il sollecito ritorno a Roma si imponeva. Del resto tutte queste circostanze possono soltanto spiegare, ttoti s usare il differimento della riforma, l’attuazione della quale tir-vano gli ecclesiastici ed anche i secolari.* Fu una indicibile • grazia, che le condizioni ecclesiastiche rimanessero in sostanza n quella forma secolarizzata, che avevano ottenuta nell’orribile ¡«riodo dello scisma e che la necessarissima riforma fosse ancora a* volta rimandata ad altro tempo. Siaistnondo fece di tutto per indurre papa Martino V a sce-k’iitre la sua dimora in Germania ed a tal uopo furono proposte Raailea, Magonza e Strasburgo. I Francesi dal canto loro prega- 1 ir» rftm. l'npiritmm* 'J*Pm rileva «wprewaumite « rtar tati* Ir riforme vuiutr aiutavano a l»r»rv «oltanto in «Htníntudiml delle en-(|| introiti normali del papa erano Itevi * te n»» molto gravi, aerano fatti lamenti aalte angherie pontificie. mai però »'era prò* 1414 a «Trarr al papi delle entrate Ame. «il Oort» <»Mlaall costavano motto, te tegailoal esagerano grave dlapendi.,*. «fporr potalo era intimam<*>te legato colla organinaakme centralina!* della non al voterà tornare l'n papa in apostolica mvIkiU non p» v * '«««Ui* aopra te coiti priori jr dei vaarorl ». Ofr. anrfce lina la *'****'■ f. Ktrctumpr«*. (1S011 XXtl. SO. 1 v*di IIB.T0KHO in Hota. (Jxartaltckr ,1MM. 3PSa. 1 Slattilo di Datxnnau II 1. SUL Anche T. Scwi l-Tt rileva: « Non « culpa ’ ^,r,'no V ae la riforma fu iRoafltetente : egli Imrti /Ai nhintr, nè potè U diruto«* |D uuhiat». Tkrot l.itlmtmrhìatt di Uosa Iti. IO. * P- 80 della dtwrtaxSooe di W. Baraum ritata a p IS5. n. 5.