9-2 Libro I. Capitolo 1. I papi in Avignone. 1305-1376. A Benedetto XII successe di bel nuovo un francese del mezzodì, Pietro Roger de Beaufort, nato nel castello di Maumont in diocesi di Limoges. Egli si chiamò Clemente VI1 (1342-1352), carattere energico, all’opposto del pacifico suo predecessore, riprese risolutamente e con successo la tradizione di Giovanni XXII contro Lodovico il Bavaro,2 a danno del quale egli seppe rivolgere con grande abilità l’ostilità delle case di Lutzelburg e di Wittel-sbach. Già era alle viste la guerra mortale fra le nominate case, quando repentinamente Lodovico morì. Ora, esteriormente, la vittoria del papato era decisa. Carlo IV si obbligò di adempiere tutte le pretese della Curia, anche le più esagerate,3 e a poco a poco rientrò nella vecchia via anche quella parte del popolo tedesco, che aveva seguito l’imperatore nell’opposizione contro il papa. Se »non che tutto il modo, con cui nella lotta si erano condotte le due autorità poste da Dio, e le nuove idee sorte in questo frattempo avevano prodotto un considerevole cambiamento nelle disposizioni degli spiriti. Con Marsiglio di Padova l’antica idea pagana dello Stato, dinanzi alla quale si spegne ogni altro diritto umano e divino, era di nuovo risorta e mediante una sofistica abbagliante aveva attirato nella sua cerchia l’animo di molti. Per quel malaugurato dissidio l’autorità del papato fu scossa profondamente agli occhi di migliaia di persone, parecchi vincoli spirituali, che fin qui tenevano legato alla Chiesa, furono sciolti; in generale, in conseguenza della lotta, la pubblica opinione si era essenzialmente mutata.4 E per giunta durante quegli anni di conflitto la corruzione morale aveva fatto grandi progressi. In Roma sotto il pontificato di Clemente VI seguì la rivoluzione di Cola di Rienzo.“ Ancora una volta si rivelò il magico potere, che andava congiunto col nome della città eterna. Ma le fantastiche stravaganze del tribuno, la volubilità del popolo romano e infine le contromine del papa annichilirono ben tosto la nuova repubblica e il suo novello capo, che Petrarca aveva celebrato come il 1 Sulla sua vita antecedente e sulle sue relazioni eop Carlo V cfr. We-ritnsky, (leseli. Kaiser Karl* IV. (Innsbruck 1880) 19ss., 257s. e Gottlob 39 s., 44 s. 3 Otr. Hìmi.kr, lìic Aklen tler Gena ittll sehaflen Luti ir iti a tl. /{.. Innsbruck 1010, 142 ss., 152; Hauck V 1, 570 ss. 3 Hvreb, Regextew Karl* IV. (Innsbruck 1877) xv-xvi, 21, n. 228. * Prkc.kr 01. Cfr. Mt’LLKR II, 200 e Lorexz, l'apuhrahl 194. s t'fr. Schoeniax, /ileo iter Volkusonreraniliìt 104 ss. ; Mollat 171 ss. ; Arrli. tl. Soc. Rimi. XXXI (1908), 423. Dell’opera Brirftctchsii tlex Cola tli Rienzo, limi/- ro» K. BrRn.vcii «. P. Pu r (= K. Burdacii, Vom UiltelaUtT sur Re/ormatUm voi. 2“). sono uscite finora le parti I 1, III e IV (Berlin 1912 e 1913); la parte III contiene le lettere ili Rienzo, la IV le altre fonti documentarle contemporanee, fra cui le lettere dei papi Clemente VI e Innocenzo VI e del Petrarca. Incisiva caratteristica di Rienzo per H. Sciiafer nella Fcut Deliri ft /(ir de Waol (1913), 236 ss.