LIUro III. Capitolo 8. Niccolò V. I447-I4S& usata |xt l’ultima volta la così detta tiara di S. Silvestre Ir« dessa <|nella tiara con un cerchio a corona, di cui si vede su'.re fazione nella «tatua di Niccolò IV’ al Laterano, in quella de w~ l>olcro di Bonifacio VIII nelle grotte vaticane ed in affrr*. Fiesole al Vaticano, ma di cui l'origine difficilmente risai# < là dell’inizio del secolo XIII.1 £ pure d'intere»*« il fatto, ebr r.-Wla messa dell’incoronazione l’abbate di G rottaferrata Vitali U del suo privilegio di cantare in greco l’epistola e il vangelo. svi gionio stesso dell’incoronazione Niccolò V promise a re I -idrico III l'osservanza dell’accordo concluso fra esso e il w *»■ decesso re dichiarando, che intendeva continuare ciò che papa fri-genio aveva incominciato, ma che poi anche il re doveva da ; ut* sua continuare a proteggere la Sede Apostolica; a meno di speciali gli manderebbe tosto la conferma «Iella comenzion* bllca. ' Immediatamente dopo la incoronazione segui, confort»« al; antico, un'altra festa; la solenne presa di |»ossesso del L*t«r»rse Brevemente e bene Enea Silvio ha descritto la splendida ar di Niccolò V alta chiesa episcopale dei papi. «A capo deità cessione», cosi racconta egli, «si portò il Santissimo Sacrar •**, circondato da numerose torce di cera accese. Immediatati prima del papa vedevansi tre gonfaloni e un ombrello. N era su un cavallo bianco portando nella sinistra la rosa d‘»f * benedicendo il popolo colla destra. II cavallo del papa era te* vicenda dagli inviati d'Aragona e dai baroni. A Monte Ckw gli Ebrei gli presentarono la loro legge e in quest'ocra«*'-papa ne condannò l’interpretazione che davano. Finite 1« funi ecclesiastiche al luterano, vennero distribuite »1 cardinali, r ‘ lati e inviati delle monete commemorative d’oro e d'argenti ebbe luogo il banchetto, mangiando il papa nel palazzo e ‘ gli altri alla residenza dei canonici». «Noi», dice FlM* 8:- VaMaale di S*. Ualsaa» a Weaa »* Bara» IIK ertr<\ r e h Ì * l » 41 »»**' In Siena, r»aar*a*ara, («tu»» ad aa * la * l~f*m l tal era privala <*' •‘,i! ripe Hal4 H «ina» pacai a K •» aa ■ im f«* la** *•* I4»* S»tla f o tu n» » I e 41 l’ari! a" $*.' * ma («pia « ***•*•"* *1 ***&***• fmWMhriilifc * rtitun i totk lirm tm Tmr* li * Il iWHb fa la«ulala» M IW. li t«»«» «M latmai » * *•*•** * «naiarw ww» laartar trancia V«*H Non la M» « Ma. I* * danai. ~ M««atiuu U « IV»M, Vtrnva>*+ I e. 3» a* mara» UH Nk«*» V la» naaor—fai!» <1*1 «a» laiaafcfaimam»«« alla mimi ifV«» Inarata* alai aa» fai. at4taa**r«ta» «Mia Uao-ltarta a rlr la «»axaratr itlwaiaarM» onornlr 4a talli a aia a«m>» (Mi 3**» iV*ir» la «ira*» “ i.rr»4»i>«' data a «awla Mh da J Ituimm **di smwaass. 1*** «»a*#«-afarir kauil > K»atilaut tOi II K a»