Il rioascimento letterario in Italia e la Chiesa. i«5 tifino. Come è perspicuo di per sè, qui bisogna distinguere fra l'indirizzo cristiano e il pagano e giudicare in conseguenza. Quei nxsnbri della Chiesa, i quali diedero aiuto al falso indirizzo pagano, adivano malamente e indubbiamente, dal punto di vista eccle- ■ .i ': o, meritano biasimo. Però l’indagine imparziale dando questo biasimo terrà conto di tutte le circostanze del tempo ed insieme (matterà nella bilancia quanto fosse difficile ovviare ad un abuso, che può verificarsi colla letteratura come con tutti i beni spirituali. Affatto errata è del resto la concezione largamente diffusa che da parte della Chiesa non sia stato riconosciuto il pericolo che il nnavimento aveva in sè, chè invece fin dal principio non mancarono persone, le quali alzarono la loro voce contro l’indirizzo de! falso umanismo soffocante lo spirito ed il cuore. Uno dei primi thè in Italia mise in guardia contro il pericolo minacciante per q >"*to lato l'educazione dei giovani, fu il domenicano Giovanni Dominici. 1 Nella sua famosa dissertazione sulla regola e governo VII e fu fatto cardinale da Gregorio XII, con tutta l’energia deila «uà natura non libera da una certa passionalità insorse contro una tendenza, la quale fa diventare la gioventù, anzi l'infanzia, piuttosto pagana che cristiana, più insegna a conoscere Giove e Saturno, Venere e Cibele che Dio Padre. Figlio e Spirito Santo, thè avvelena con sacrificio alle false divinità gli animi delicati e tuttora senza vigoria, che alleva nel seno della miscredenza la aatura apostata dalla verità.' Ancor più fortemente che in questa dissertazione composta nei Primi anni del secolo xv. Giovanni Dominici in un'opera da poco * verta s’è espresso contro coloro, che con cieco zelo ed in macera errata «i danno agii studi pagani e con ciò ai traviano lino *1 disprezzo della religione cristiana. L’opera è dedicata con cor-t**i parole al famoso cancelliere fiorentino Orinario Salutato, pel quale doveva ewsere un’esortaaione a non lasciarsi sedurre dagli » iMaran alla vita 41 ni-Tonn ea»nrk« e mi ■—i» ét («wrMr *■ <*•> Bori II 18 cluci»> MI» imi 113» emme dm atolli «I aCmaa Ifwr «a •*'W 4al llurtn II. IMI : cfr raolrtllra iwtlnaU«« 4HI» * 4««« ^ITJkrrliiii« eoaelatorlal* «t titn: Htmwo hi «M. Atrlwt V. !•> U mmtmttmtm * *m ««.»»«. •w prrt ^iwn Itadn ini- Tir—aialr II laalalri. * aulii lalin la «arti •i »«»»* ai Ma»