Fine dolio no Urna in Spapu ret di riforma per togliere gli abusi e disordini nati durante lo v ma.1 Per tal modo Martino V riuscì a ristabilire l’unità «xie* j*lica dopo 52 anni di scissione;-' con ciò egli aveva raggiato il più grande e più bel successo del suo pontificato. Non <«■) felice fu il papa colonnese sotto un altro rispetto. Gravi penato procurarono al papa specialmente le faccende di Boemia, ove rer**u hussita prendeva estensione sempre più grande.3 Prima u ra dello scioglimento del concilio di Costanza, Martino V aveva •ritentato sia i dignitarii ecclesiastici sia le autorità civili a procedere con pene legali contro lo hussitismo, poi il 1* marzo 1420 •gii etranò a Firenze una bolla, colla quale chiamava in armi latta la cristianità « all'estirpazione dei Wiclefiti. Mussiti e altri mt.d».* Colla tenacità e perseveranza a lui propria Martino V * tenuto irremovibilmente fermo a questo pensiero di vincere 1 Pomi colla forza : egli non volea assolutamente saperne di trattiti* cogli eretici, che minacciavano non solo la Chiesa, ma in-«Sem* tutte le basi della vita sociale. * £ noto il completo insuccesso delle crociate intraprese contro fli Mossiti.* che contribuì essenzialmente a che risuonasse sempre jm« alto t pressante il grido d'appello a un concilio. Questa spinta < Tt/m tviOjkMa III I. anta. * trtrt torio dad ruote il'Annwnr «I liannu alenar tra ree dwnmrntati-«■U*aa [rmlM nel 11*17. I fanalini di Ut attendevano la vittoria -Ml'nn- IW < '■■Trailo vena* «n^mi fin dal 1.1 acmi» 1121 : r. • lei« nMld. ^Zrefctrlo coarltl or I a I e del Vatieaaix tua « Itanto ori I 138 h «a antenne anananlea e 1 xi<«r A Mutua teaaem ralla rati «mici e eatreratl a «Taolel Sani' AocH» . eedl Konw aXaoU. Ml.-Ampr Si* * fai mi III |. x sai Vrkmmdl. unir,lo. I. 17 3» * U Melale tende«la rl<«lval«naria «lei aurine«!» buwlta fa chiari«»!->.» »ai, rtnraiartala la lima (». «opra IM* |. « Il |»u*lrro 1*1 fonnato d una elrolaaloaaria «mera ir. »e 158».». « ra mollo al di là Miai» a al la ferali* di n«44erai> I>r»»*a. * .1 fa ndrre Ha In dal '-*» ‘l nMlaeMe RiaawHa fo mnaprem» ilmaar ua «rreaaiaaento Morirò aaua-*'* * naia arNaalm o Hdmalr beno. rie »«areana ImlMlMaavale ***** e la «rie«* maaae la tlileaa *. * Wle came bnaaite rtr. «a Pat-ar*»: (' Gai nwta. (Me llmtiitmlmmpf* "* w*lr*r IV-iyii iRunb« URP; t. Rana fc—il* M#taa»»W wm4 éér *nfrm 4fr Hmtilrw. tre |«ni iMDnlr» t*7XI*77i; Fai«» III. »«a, , III a»*. Orarti tmnrrrrirtu II Wat.: Ilu am" II. OH», ZI0HV. ** H'im V i l«* nrr*4n» XXVIII i ISO»*. Il ah V a» V II 5**vn*l» aei no. «v«4H Itrmlurtu V>«4ii«fMti'» IliKka l«*3 • ismr»